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Da I.C. “C. NIGRA” Torino. Collegio Docenti.Mozione. Per una scuola democratica, per un lavoro d

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Scritto da flc cgil torino
Categoria: Archivio - Vecchio Sito
Pubblicato: 09 Dicembre 2014
Visite: 4054
 Da I.C. “ C. NIGRA” -Torino. Collegio Docenti. Mozione. Per una scuola democratica, per un lavoro dignitoso.
 
" ... per l'attuazione di una effettiva politica di investimento di risorse pubbliche finalizzandola a:
a) sostenere il piano straordinario di immissioni in ruolo e riconoscimenti salariali adeguati
b) realizzare e rendere effettivo il funzionamento dell'Organico funzionale: per ampliare la didattica, ripristinare le esperienze del tempo pieno  e non per risparmiare sui fondi dedicati alle supplenze;
c) ripristinare i fondi a favore del Miglioramento dell'Offerta Formativa
d) estensione del piano straordinario di assunzioni, nonché dell'Organico funzionale, anche al personale precario Ausiliario Tecnico e Amministrativo.
e) rinnovare il contratto nazionale di lavoro e prevedere insieme ad un riconoscimento dell'anzianità interventi finalizzati a valorizzare la professionalità dei lavoratori e non alimentare meccanismi di mercato e competitivi. 
f) Intervenire sull'emergenza salariale dei lavoratori della scuola che dal mancato rinnovo del CCNL hanno mediamente perso circa 11.000 euro dal 2010 al 2014. Le lavoratrici ed i lavoratori della scuola hanno necessità di riconoscimenti salariali e professionali adeguati."

Riceviamo e pubblichiamo.
 
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ORDINE DEL GIORNO
Per una scuola democratica, per un lavoro dignitoso
Il Collegio dei Docenti dell’Istituto comprensivo “ C. NIGRA” in data 24\11\2014

 Constatato
Che il governo intende immettere in ruolo circa 148.000 docenti per esaurire in questo modo le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie dei vincitori/idonei del concorso 2012 (senza prendere in considerazione tutti coloro che pur essendo abilitati hanno come unica prospettiva un concorso)
Che le risorse economiche necessarie alle immissioni in ruolo (1 miliardo di euro) sono state stanziate tagliando altri fondi del comparto, rinunciando così a realizzare un’autentica politica di investimenti nella scuola 
Che si intende penalizzare chi nella scuola lavora da anni abrogando da settembre 2015 lo scatto di anzianità (che per noi è sinonimo di esperienza acquisita sul campo) in cambio di un nuovo meccanismo fumoso che dovrebbe premiare il “merito”
Che tale merito andrebbe premiato con lo scatto di competenza (60 euro in più in busta paga), da conseguire tramite crediti didattici, formativi e professionali  di cui non sono precisati  i criteri e le modalità di acquisizione 
Che la presenza di tale crediti non implica la certezza del conseguimento dello scatto di competenza,   riservato esclusivamente al 66% del personale di  ciascuna scuola 
Che una logica siffatta è quantomeno paradossale in quanto equivale a sostenere che, a prescindere dall'impegno profuso e dai crediti conseguiti, è necessario penalizzare a priori un terzo della categoria dei lavoratori della conoscenza
Che l’istituzione stessa di questo meccanismo ha lo scopo di innescare un processo competitivo tra i lavoratori, di spezzare i legami di solidarietà della categoria, di minare le basi della comunità educante per la quale faticosamente si lavora quotidianamente
Che tale logica competitiva di cui sopra, oltre a danneggiare la solidarietà tra lavoratori, avrà sicuramente delle ricadute negative sugli apprendimenti dei alunni.
Che si intende promuovere una scuola competitiva propria di un modello sociale a favore  del mercato e del l'impresa e che non pone come centrale l’allievo e il suo sviluppo
Che il modello di scuola prospettato prevede la forte ingerenza nelle nostre scuole da parte di imprese e soggetti economici forti, così  da orientare la cultura in generale (e il piano dell'offerta formativa in particolare) verso i mutevoli (e per nulla pedagogici) interessi del mercato.
Che una parte significativa delle iniziative didattiche vengono oggi supportate dal contributo volontario delle famiglie e che ipotizzare una estensione di questi contributi (bonus fiscali, microfinanziamenti, ecc.) significa rinunciare a investimenti pubblici e legittimare le forti differenze e disuguaglianze che già vi sono tra le scuole,  secondo le diverse disponibilità economiche delle famiglie e dell'utenza.
Che la trasformazione del Collegio dei docenti in semplice Consiglio dei docenti, tramite la delegittimazione del valore e dei poteri della collegialità divenuta sinonimo di immobilismo, di veto, di impossibilità di decidere alcunché, pregiudica le competenze e la professionalità  degli insegnanti 
Che lo sbilanciamento dei poteri a favore del Dirigente scolastico (chiamata diretta dei docenti, gestione autonoma del dieci per cento del Fondo di Istituto) rischia di ledere la libertà di insegnamento, l'esistenza del pensiero critico all'interno delle nostre scuole e la dimensione democratica e di comunità educante 
Che l’assenza di riferimenti al contratto di lavoro denota la volontà governativa di ignorare le norme contrattuali, i lavoratori della scuola e le loro rappresentanze sindacali per operare in modo autocratico, considerando lavoratrici e lavoratori come un ostacolo al rinnovamento dell’istruzione pubblica che invece  essi chiedono da anni
Che l’assenza di riferimento alla stabilizzazione del personale ATA  e la quasi totale assenza di  altri riferimenti, con l’implicito disconoscimento del ruolo del personale ATA, hanno come obiettivo il considerare questi lavoratori esclusivamente come un costo da tagliare (come peraltro confermato dall'ultima Legge di stabilità)
 
 CONDIVIDE E FA PROPRIE le seguenti richieste di intervento
 
-  per l'attuazione di una effettiva politica di investimento di risorse pubbliche finalizzandola a:
a) sostenere il piano straordinario di immissioni in ruolo e riconoscimenti salariali adeguati
b) realizzare e rendere effettivo il funzionamento dell'Organico funzionale: per ampliare la didattica, ripristinare le esperienze del tempo pieno  e non per risparmiare sui fondi dedicati alle supplenze;
c) ripristinare i fondi a favore del Miglioramento dell'Offerta Formativa
d) estensione del piano straordinario di assunzioni, nonché dell'Organico funzionale, anche al personale precario Ausiliario Tecnico e Amministrativo.
e) rinnovare il contratto nazionale di lavoro e prevedere insieme ad un riconoscimento dell'anzianità interventi finalizzati a valorizzare la professionalità dei lavoratori e non alimentare meccanismi di mercato e competitivi. 
f) Intervenire sull'emergenza salariale dei lavoratori della scuola che dal mancato rinnovo del CCNL hanno mediamente perso circa 11.000 euro dal 2010 al 2014. Le lavoratrici ed i lavoratori della scuola hanno necessità di riconoscimenti salariali e professionali adeguati.
 
- per la realizzazione in ogni scuola di una qualità del lavoro atta a favorire la collaborazione e non la competizione individuale.
 
- per la promozione di un'idea di scuola fondata
a) sulla formazione e sulla crescita culturale. La scuola deve interloquire con il mondo produttivo ma non da una posizione di subalternità.
b) sul potenziamento del pensiero critico tra  gli alunni;
c) sulla possibilità di riscatto e di emancipazione sociale e culturale
d) estendere l'obbligo scolastico a 18 anni;
e) contrastare la dispersione scolastica e generalizzare la didattica laboratoriale.
 
Mozione votata il 25/11/14 dal Collegio docenti ( con 1 voto contrario)
 

12 dicembre 2014, uno sciopero che unisce

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Scritto da Super User
Categoria: Archivio - Vecchio Sito
Pubblicato: 05 Dicembre 2014
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Unire il mondo del lavoro, questo l’obiettivo dello sciopero generale proclamato da CGIL e UIL.


Lo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per il 12 dicembre 2014 è la risposta alle politiche fallimentari del Governo che stanno scaricando i costi della crisi sui lavoratori, i pensionati, le nuove generazioni e la parte più debole del Paese.

Il Jobs Act e la legge di stabilità 2015 sono i segnali più evidenti della subalternità del Governo alla Confindustria e ai poteri forti. Si vuole cancellare la funzione del sindacato, nei settori pubblici e nei settori privati, per indebolire i diritti dei lavoratori e ridurre ulteriormente i salari. 



Le manifestazioni del 25 ottobre e dell’8 novembre scorsi hanno evidenziato come il lavoro e il suo valore debbono tornare ad essere centrali per dare risposte alla domanda di cambiamento che emerge dal Paese.

 




Scarica il volantino dello SCIOPERO GENERALE fronte, retro

Vai ai volantini del comparto scuola, università, ricerca e Afam

Senza il radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali del Governo non si potranno rinnovare i contratti pubblici e non ci sarà una vera riforma delle pubbliche amministrazioni. Il decreto e il disegno di legge delega sulla pubblica amministrazione mortificano il lavoro pubblico e intendono rilegificare i rapporti di lavoro.

La cancellazione di fato del contratto nazionale, la forte limitazione della contrattazione nei luoghi di lavoro, insieme al blocco degli scatti di anzianità nella scuola, nell’università, nella ricerca e nell’AFAM, sono gli strumenti con i quali si intende programmare nei settori pubblici il taglio dei salari nei prossimi anni.

Il rinnovo delle RSU previsto a marzo 2015 assume quindi la veste di un appuntamento di grande rilievo. Le RSU hanno un ruolo fondamentale per la difesa del CCNL e della contrattazione e sono un avamposto di democrazia nei posti di lavoro.

La FLC CGIL ribadisce il giudizio fortemente critico sul piano de “La buona scuola” perchè intende piagare l’istruzione agli interessi del mercato e dell’imprese, cancella gli scatti di anzianità, sostituisce la cooperazione e l’idea di comunità delle scuole con la competizione individuale e risponde solo parzialmente alla necessità di stabilizzare il precariato. La prima condizione per una proposta di innovazione nella scuola pubblica è tornare a investire mentre con la legge di stabilità 2015 si continuano a tagliare risorse.

Per migliorare la qualità del sistema dell’istruzione e della ricerca occorre prima di tuttostabilizzare tutti i precari che da anni lavorano nei settori della conoscenza. Le nostre proposte, ribadite nell’ordine del giorno approvato dal Comitato direttivo nazionale del 20 e 21 Novembre, indicano le priorità per superare il precariato e la sentenza della Corte di Giustizia Europea può favorire il raggiungimento dell’obiettivo.

E’ inoltre indispensabile cancellare la legge Fornero sulle pensioni e dare una soluzione ai lavoratori coinvolti dalla quota 96. Ma la riuscita dello sciopero generale è fondamentale anche sul versante della qualità democratica che non può prescindere dal riconoscimento della funzione di rappresentanza dei corpi intermedi e dal valore del lavoro.

Per tutte queste ragioni occorre scioperare il 12 dicembre. Per unire il mondo del lavoro, lavoratori pubblici e privati, disoccupati e occupati, precari e lavoratori stabili, nord e sud, giovani e anziani. Questi sono gli obiettivi della CGIL e per questo non si può rispondere all’attacco alla dignità del lavoro pubblico e ai settori della conoscenza con uno sciopero del solo pubblico impiego! E’ una risposta sbagliata che anziché unire divide il mondo del lavoro e perciò risulta inefficace.

Ogni giorno decine di fabbriche chiudono, aumenta la disoccupazione e la povertà, a una intera generazione viene negato il diritto allo studio, al lavoro, al reddito e si allarga il divario tra nord e sud. In questa condizione di forte disagio sociale il Governo cerca di far passare nell’opinione pubblica l’idea che i lavoratori pubblici siano dei privilegiati per giustificare il mancato rinnovo del contratto. Unire in uno sciopero generale tutti i lavoratori non è un esercizio di protesta ma un modo concreto di rivendicare politiche di giustizia sociale senza mediazioni al ribasso.

Il 12 dicembre fermiamo le scuole pubbliche e private, le università, la ricerca, i conservatori, le accademie e la formazione professionale.

INFORM@ATA numero 9 anno 2014

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Scritto da Super User
Categoria: Archivio - Vecchio Sito
Pubblicato: 05 Dicembre 2014
Visite: 3202
 
INFORM@ATA numero 9 anno 2014 SCARICA




In questo numero:
 
  • Precari scuola: l’Europa apre le porte alla stabilizzazione.
  • Graduatorie di istituto ATA: possibile inserire le scuole anche per la II fascia. Scadenza 23 dicembre 2014
  • Deroghe Riforma Fornero riguardanti l’accesso alla pensione: Salvaguardati della scuola.
  • Pagamento stipendio supplenti: entro questa settimana i fondi necessari. Parola del MIUR
  • Costituito il gruppo di lavoro per la Revisione del Regolamento di contabilità delle scuole.
 
 

Dai docenti Liceo scientifico ‘A. Gramsci’ di Ivrea, riunitisi lunedì 10 novembre 2014 in assemblea

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Scritto da FLC CGIL TORINO
Categoria: Archivio - Vecchio Sito
Pubblicato: 30 Novembre 2014
Visite: 3485
Dai docenti Liceo scientifico ‘A. Gramsci’ di Ivrea, riunitisi lunedì 10 novembre 2014 in assemblea spontanea.
DALLA SCUOLA PER LA SCUOLA: un documento sul progetto ministeriale del CLIL (Contents and Language Integrated Learning) e per la scuola.
Riceviamo e pubblichiamo.

"12. La china e lo scopo della scuola. – La questione del CLIL serva dunque non solo a confrontarci con altre realtà scolastiche, ma anche per tentare di mettere bene in chiaro la china anti-democratica e per certi versi anche anti-costituzionale che l’Italia, specie sotto la spinta della crisi, e nonostante il semestre europeo, sta assecondando. A ragione Marco Revelli parla addirittura di cancellazione del lavoro come soggetto storico e politico (art. 1 della Costituzione). La scuola, dunque, come laboratorio privilegiato in cui e da cui poter osservare quella china, sostenendo la quale, prima o poi, approcci didattici come ad es. l’e-learning (prevedeva già J.-F. Lyotard negli anni ’70) renderanno facoltativa sia la frequenza dei discenti sia la docenza degli insegnanti. Nonostante il lungo torpore, e in mancanza di quella degli studenti, non c’è però altra coscienza della e nella scuola che quella dei docenti."

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DOCUMENTO
DALLA SCUOLA PER LA SCUOLA

I docenti del liceo scientifico ‘A. Gramsci’ di Ivrea, riunitisi lunedì 10 novembre 2014 in assemblea spontanea per discutere del progetto ministeriale del CLIL (Contents and Language Integrated Learning), sono giunti alla conclusione che tale iniziativa didattica, pur restando in sé, sul piano intenzionale, stimolante per il docente e un valore aggiunto per il discente, tuttavia per la maniera assolutamente approssimativa in cui è stata proposta, non può trovare una seria, adeguata e dignitosa attuazione pratica per i seguenti motivi:


1. Tempistica. – La combinazione dei nuovi contenuti didattici della riforma 2010 che arrivano quest’anno (2014-2015) per la prima volta alle classi quinte dei licei, con il rallentamento che sicuramente causerà l’introduzione del CLIL per alcuni dei contenuti disciplinari, è destinata a produrre effetti negativi sul conseguimento dei livelli di apprendimento attesi.
Ad esempio, se in ogni classe quinta si propone una dnl, una disciplina non linguistica diversa, anche la preparazione degli allievi per la maturità risulterà eterogenea. Se poi, com’è facile attendersi, si dovranno proporre unità CLIL per tutti gli anni di corso, allora si renderà necessario cambiare le dnl coinvolte. Si prevede pertanto ogni anno un CLIL di una materia diversa per allievi che già stentano con la lingua italiana. Ciò comporterebbe un ulteriore avvicendamento dei docenti, da una sezione all’altra, da un indirizzo all’altro. Ma tanto si sa, malgrado i numerosi e retorici richiami ad essa, la continuità didattica, dalla riforma Moratti in poi, è diventata un lusso. E gli studenti di origine straniera, non verranno così ulteriormente penalizzati?

2. Modalità. – L’accettazione, forse frettolosa, di compiti di didattica CLIL da parte di docenti sprovvisti dei requisiti linguistici minimi potrebbe rivelare problemi inattesi e indesiderati in fase esecutiva, con l’effetto di un complessivo discredito dell’iniziativa CLIL stessa.
Un discredito che, stando così le cose, finirà ben presto e inevitabilmente col tradursi in ulteriore mancanza di riguardo da parte degli studenti verso quei docenti che hanno accettato di svolgere le lezioni in lingua pur non avendone le competenze adeguate.

3. Proposte. – In ragione di queste considerazioni, si dovrebbe circoscrivere la didattica CLIL a quelle classi dove sono già presenti le competenze linguistiche e metodologiche richieste, e utilizzare negli altri casi «una organizzazione didattica flessibile finalizzata a una migliore utilizzazione delle competenze professionali disponibili nell’istituto… videoconferenze o webinar con esperti nazionali o internazionali… didattica a classi aperte… il coinvolgimento di più classi o gruppi classe… lezioni condotte da docenti esperti…». (La fonte del testo virgolettato è la nota MIURAOODGOS prot. N. 4969 del 25 luglio).
Oppure si potrebbe restringere il CLIL a materie tecniche dove l’uso dell’inglese è dominante a livello internazionale.

4. Risorse. – Veri docenti di lingua inglese, formati allo scopo fin dagli studi universitari, nella scuola ci sono già e sarebbe sufficiente incrementarne l’incisività in termini di ore di lezione. Con la riforma Gelmini sono state invece paradossalmente ridotte le ore di inglese nei licei scientifici.

5. Tagli e riduzioni. – È d’altronde scandalosa la svalutazione della lingua nazionale nella didattica scolastica. Le ore di italiano sono state diminuite nel liceo classico, nel liceo scientifico con l’opzione delle scienze applicate, nel liceo delle scienze umane, nell’istituto tecnico economico e nell’istituto professionale. Come afferma l’Accademia della Crusca l’insegnamento della lingua nazionale, andrebbe invece rafforzato, perché la padronanza della lingua materna condiziona anche la qualità dell’apprendimento delle altre discipline, comprese quelle scientifiche e le stesse lingue straniere.

6. Velleitarismo. – L’incongruenza di questo provvedimento è fin troppo palese, dal momento che, senza la possibilità e la volontà di investire un solo euro nella proposta da parte del Governo, i risultati che in tal modo si otterranno non potranno che essere del tutto negativi. Il fare senza poter fare è un velleitarismo che non porta da nessuna parte. È un errore che gli Italiani hanno già commesso e che i docenti ora non vogliono ripetere.

7. Contenuti. – In assenza di una effettiva competenza i contenuti delle lezioni dei docenti di discipline non linguistiche risulteranno forse più oscuri e incomprensibili, ma sicuramente più semplici e banali di quanto possano essere se trasmessi nella madrelingua. Se poi si considera che tali discipline (ad es. la storia) hanno già subito una riduzione oraria, l'impoverimento generale dei contenuti che ne risulta sembra essere inevitabile e irrimediabile. Ciò, come si intuisce, va a detrimento della effettiva conoscenza degli argomenti e non contribuisce affatto né a stimolare la curiosità nei discenti né tanto meno a far sviluppare in essi una coscienza critica. Ma è forse proprio questo uno degli obiettivi che, con questa proposta assolutamente destrutturata e improvvisata, si vuole raggiungere, questo lo scopo latente delle più recenti riforme

8. Competenze. – Per quanto necessario e imprescindibile, un fatto illogico resta sempre illogico. Questa iniziativa didattica (CLIL) risulta infatti del tutto illogica e senza fondamento, perché nessuno dei docenti della disciplina non linguistica (dnl), costretti ad accettare questa assurda normativa, possiede le competenze linguistiche richieste per svolgere il 50% delle lezioni, né il livello B2 (livello intermedio superiore) né tanto meno il livello C1 (livello avanzato o di efficienza autonoma).

9. Illogicità sistemica. – Una serie indeterminabile di fatti urgenti, necessari e dovuti, ma che alla radice sono viziati dall’illogicità, alla fine generano un sistema illogico e fondamentalmente incoerente a cui gli individui, pur volendo, non possono più sottrarsi. Un sistema di valeurs mensongères lo definirebbe Simone Weil. E mai, come dinanzi a questo provvedimento avvertiamo sino in fondo la pesanteur di cui parlava la filosofa-operaia.

1o. Coerente incoerenza. – Provvedimento che è poi l’ultimo di innumerevoli altri: tutti coerentemente incoerenti, perché, sebbene vengano emanati col contagocce, spalmati lentamente, gradualmente, allo scopo di non rivelare troppo la loro sostanziale incoerenza, non riescono tuttavia a nascondere il senso perverso e l’innegabile ingiustizia che vi si annida.
Non c’è catarsi, non c’è immedesimazione nella condizione peggiore di altri, che possa dissolvere o giustificare quella irresponsabile incoerenza o che possa spacciarla per opportunità di miglioramento e di crescita.

11. Il disagio. – Questo provvedimento mostra ancora una volta impudicamente il disagio vissuto dalla scuola e da coloro che la abitano coscienziosamente; un disagio che è quello stesso che non da ora, ma tempo, da troppo tempo, vive l’intero Paese. È il disagio della democrazia, ove «i soggetti politici sono ridotti a spettatori della propria miseria» (Carlo Galli), ossia a cittadini di un Paese da sempre assoggettato al «Regno della Necessità» (Barbara Spinelli), a uomini e donne che si affidano alla biopolitica di un «governo di necessità» (Ezio Mauro). Un disagio della politica democratica esploso in tutta la sua drammaticità tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, allorché entrare nella nostra Istituzione, nella nostra Casa repubblicana e democratica cominciò ad essere vissuto come un entrare in un «supermarket dei diritti» (C. Galli).

12. La china e lo scopo della scuola. – La questione del CLIL serva dunque non solo a confrontarci con altre realtà scolastiche, ma anche per tentare di mettere bene in chiaro la china anti-democratica e per certi versi anche anti-costituzionale che l’Italia, specie sotto la spinta della crisi, e nonostante il semestre europeo, sta assecondando. A ragione Marco Revelli parla addirittura di cancellazione del lavoro come soggetto storico e politico (art. 1 della Costituzione). La scuola, dunque, come laboratorio privilegiato in cui e da cui poter osservare quella china, sostenendo la quale, prima o poi, approcci didattici come ad es. l’e-learning (prevedeva già J.-F. Lyotard negli anni ’70) renderanno facoltativa sia la frequenza dei discenti sia la docenza degli insegnanti.
Nonostante il lungo torpore, e in mancanza di quella degli studenti, non c’è però altra coscienza della e nella scuola che quella dei docenti.

Ivrea, 19 novembre 2014


CIRCOLO DIDATTICO SIBILLA ALERAMO. MOZIONE DELL’ASSEMBLEA SINDACALE

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Scritto da FLC CGIL TORINO
Categoria: Archivio - Vecchio Sito
Pubblicato: 30 Novembre 2014
Visite: 3193
C D. SIBILLA ALERAMO-TORINO. MOZIONE DELL’ASSEMBLEA SINDACALE.
"La propaganda tenta di dividere le famiglie dalla scuola utilizzando termini seduttivi e slogan d’effetto, dietro i quali si nasconde la vera natura del piano. Ma orami il re è nudo e l’inganno è svelato!  E’ per questo che noi lavoratori ci rivolgiamo ai Dirigenti delle Organizzazioni Sindacali! Questo piano va fermato con l’unità! I lavoratori si aspettano delle mobilitazioni unitarie e che siano difensive dei loro diritti! Mai come oggi l’argomentazione è semplice: se veramente esistono dei soldi, che questi vengano usati per restituire ciò che alla scuola è stato tolto in questi anni e che va a vantaggio degli allievi e delle famiglie (compresenze, tempi pieni, organici, risorse sui MOF, numero di alunni non superiori a 25 e a 20 con alunni certificati…). Che questi soldi vengano usati per rinnovare il contratto dei lavoratori della scuola, il cui blocco ha determinato una perdita di salario inaccettabile (circa 10.000 euro)."
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MOZIONE DELL’ASSEMBLEA SINDACALE DEL CIRCOLO DIDATTICO  SIBILLA ALERAMO

Mai come oggi la situazione della Scuola Pubblica italiana è stata così grave!
L’attacco che il Piano Scuola di Renzi vuole sferrare alla’organizzazione scolastica, non solo è in perfetta continuità con l’operato dei precedenti governi ( Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini, Profumo…) , ma ha come obiettivo la vera e propria disgregazione del sistema.
Se questo decreto fosse applicato le fondamenta della scuola pubblica sarebbero minate alla loro radice.
La libertà di insegnamento, seppur ancora sancita dalla Costituzione, sarebbe spazzata via dalla chiamata diretta da parte del dirigente, dalla valutazione del merito da parte del mentor, dall’adesione al progetto di scuola e dai finanziamenti da parte delle imprese private che avrebbero la possibilità di orientare la didattica.
Mai nessun governo si era spinto a tanto. Nella scuola di Renzi le Rsu si limiterebbero all’applicazione delle regole e alla contrattazione sarebbe destinato un futuro da codice civile.
Il potere smisurato dei dirigenti, la competizione, la squadra, meritevoli e immeritevoli trasformerebbero la scuola in un’azienda e tant’è che, notizia di questi giorni, un gruppo di Dirigenti Scolastici della regione Veneto propone di licenziare gli insegnanti “incapaci”.
Da una parte il governo propone di eliminare l’articolo 18 e dall’altra i Dirigenti Scolastici rispondono con la proposta di licenziare!!
L’attacco ai diritti dei lavoratori è evidente e lapalissiano.
La propaganda tenta di dividere le famiglie dalla scuola utilizzando termini seduttivi e slogan d’effetto, dietro i quali si nasconde la vera natura del piano. Ma orami il re è nudo e l’inganno è svelato!
E’ per questo che noi lavoratori ci rivolgiamo ai Dirigenti delle Organizzazioni Sindacali! Questo piano va fermato con l’unità! I lavoratori si aspettano delle mobilitazioni unitarie e che siano difensive dei loro diritti! Mai come oggi l’argomentazione è semplice: se veramente esistono dei soldi, che questi vengano usati per restituire ciò che alla scuola è stato tolto in questi anni e che va a vantaggio degli allievi e delle famiglie (compresenze, tempi pieni, organici, risorse sui MOF, numero di alunni non superiori a 25 e a 20 con alunni certificati…). Che questi soldi vengano usati per rinnovare il contratto dei lavoratori della scuola, il cui blocco ha determinato una perdita di salario inaccettabile (circa 10.000 euro).
In questo momento, come non mai, è necessaria l’unità per fermare i piani distruttivi del governo e non la divisione. La posta in gioco è troppo alta. Si tratta del lavoro degli insegnanti, della formazione delle generazioni future, del sistema scuola nel suo complesso e da ultimo, ma non meno importante è in gioco l’esistenza stessa del sindacato!
13/10/14                                I lavoratori del Circolo Didattico
                                                            Sibilla Aleramo


  1. D. D. Ilaria Alpi di Torino. Collegio dei Docenti. Mozione su “La Buona scuola”
  2. IC Tommaseo di Torino:su "La Buona scuola"
  3. Ancora una volta: no al femminicidio! In ricordo di Silvana Allasia.
  4. INFORM@ATA numero 8 anno 2014

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I dati personali raccolti attraverso questo sito sono trattati con strumenti automatizzati e per il tempo strettamente necessario a conseguire gli scopi per i quali sono stati raccolti. Specifiche ed idonee misure di sicurezza sono osservate per prevenire la perdita dei dati, usi illeciti o non corretti ed accessi non autorizzati. I dati personali forniti dagli Utenti che inoltrano richieste sono utilizzati al solo fine di dare esecuzione alle richieste inoltrate e sono comunicati a terzi nel solo caso in cui ciò sia strettamente necessario e funzionale a tale finalità, nel rispetto delle specifiche informative rese ai sensi dell’art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679. I dati sono trattati da personale appositamente autorizzato al trattamento e nei limiti in cui questo sia necessario allo svolgimento delle mansioni dei soggetti autorizzati, compiendo solo le operazioni necessarie. Si rammenta che la presente privacy policy è resa solo per il presente sito e non anche per altri siti web eventualmente consultati dall’Utente tramite link. Ci riserviamo la facoltà di modificare, aggiungere o eliminare parti di questa privacy policy, portandone a conoscenza gli interessati attraverso la pubblicazione delle modifiche nel nostro sito. Ogni Utente è tenuto a verificare periodicamente questa pagina per accertarsi di eventuali modifiche intervenute successivamente all’ultima consultazione del sito. In ogni caso l’utilizzo del sito e dei suoi servizi comporta l’accettazione dei cambiamenti nel frattempo intervenuti. La Privacy Policy del presente sito è regolata dalla legge italiana – in particolare dal Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia di protezione dei dati personali” così come modificato dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 – nonché dal Regolamento (UE) 2016/679. Il contenuto della presente pagina si ispira anche : alla Raccomandazione n. 2/2001 che le autorità europee per la protezione dei dati personali, riunite nel Gruppo istituito dall’art. 29 della direttiva n. 95/46/CE, hanno adottato il 17 maggio 2001 per individuare alcuni requisiti minimi per la raccolta di dati personali on-line, e, in particolare, le modalità, i tempi e la natura delle informazioni che i titolari del trattamento devono fornire agli Utenti quando questi si collegano a pagine web, indipendentemente dagli scopi del collegamento; alla Direttiva 2002/58/CE, così come modificata dalla Direttiva 2009/136/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche. Scopri di più

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PRIVACY POLICY

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POLITICA DI TUTELA DELLA PRIVACY DEL SITO WWW.FLC-CGILTORINO.IT

Ringraziandovi per averci visitato, segnaliamo l’impegno della CGIL (d’ora in poi anche “Titolare”) nel tutelare la privacy degli Utenti del suo sito e vi invitiamo a leggere attentamente questo documento.In questa pagina vengono descritte le regole di gestione del presente sito web in riferimento al trattamento dei dati personali dei visitatori che lo consultano. Visitando questo sito si accettano i termini e le condizioni di seguito riportate; qualora riteniate di non accettarli vi preghiamo di non accedere ai servizi offerti via web e di non utilizzarli.

I dati personali raccolti attraverso questo sito sono trattati con strumenti automatizzati e per il tempo strettamente necessario a conseguire gli scopi per i quali sono stati raccolti. Specifiche ed idonee misure di sicurezza sono osservate per prevenire la perdita dei dati, usi illeciti o non corretti ed accessi non autorizzati.

I dati personali forniti dagli Utenti che inoltrano richieste sono utilizzati al solo fine di dare esecuzione alle richieste inoltrate e sono comunicati a terzi nel solo caso in cui ciò sia strettamente necessario e funzionale a tale finalità, nel rispetto delle specifiche informative rese ai sensi dell’art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679. I dati sono trattati da personale appositamente autorizzato al trattamento e nei limiti in cui questo sia necessario allo svolgimento delle mansioni dei soggetti autorizzati, compiendo solo le operazioni necessarie.

Si rammenta che la presente privacy policy è resa solo per il presente sito e non anche per altri siti web eventualmente consultati dall’Utente tramite link.

Ci riserviamo la facoltà di modificare, aggiungere o eliminare parti di questa privacy policy, portandone a conoscenza gli interessati attraverso la pubblicazione delle modifiche nel nostro sito. Ogni Utente è tenuto a verificare periodicamente questa pagina per accertarsi di eventuali modifiche intervenute successivamente all’ultima consultazione del sito. In ogni caso l’utilizzo del sito e dei suoi servizi comporta l’accettazione dei cambiamenti nel frattempo intervenuti.

La Privacy Policy del presente sito è regolata dalla legge italiana – in particolare dal Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia di protezione dei dati personali” così come modificato dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 – nonché dal Regolamento (UE) 2016/679.

Il contenuto della presente pagina si ispira anche :

  • alla Raccomandazione n. 2/2001 che le autorità europee per la protezione dei dati personali, riunite nel Gruppo istituito dall’art. 29 della direttiva n. 95/46/CE, hanno adottato il 17 maggio 2001 per individuare alcuni requisiti minimi per la raccolta di dati personali on-line, e, in particolare, le modalità, i tempi e la natura delle informazioni che i titolari del trattamento devono fornire agli Utenti quando questi si collegano a pagine web, indipendentemente dagli scopi del collegamento;
  • alla Direttiva 2002/58/CE, così come modificata dalla Direttiva 2009/136/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche.

TIPI DI DATI TRATTATI

I dati che il Titolare raccoglie attraverso il proprio sito si distinguono principalmente tra Cookies (come indicato nella cookie policy sotto riportata) e dati che l’Utente invia spontaneamente e volontariamente (ad es. compilazione di moduli web per contattare il Titolare, per iscriversi alla newsletter o preiscriversi al Sindacato ecc.).

COOKIE POLICY

I dati che il Titolare raccoglie attraverso il proprio sito si distinguono principalmente tra Cookies (come indicato nella cookie policy sotto riportata) e dati che l’Utente invia spontaneamente e volontariamente (ad es. compilazione di moduli web per contattare il Titolare, per iscriversi alla newsletter o preiscriversi al Sindacato ecc.).

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Che tipo di Cookie usiamo

I cookie che possono essere utilizzati sul nostro sito Web rientrano nelle categorie illustrate di seguito.

Cookie di sessione e permanenti

I cookie possono scadere al termine di una sessione di navigazione, intesa come il periodo fra l’apertura da parte dell’Utente di una finestra e la sua chiusura, oppure possono essere conservati per un arco di tempo più lungo.
Cookie di sessione: sono eliminati e scompaiono dal dispositivo quando l’Utente esce dal sito internet e chiude il programma usato per la navigazione; scadono quando termina la sessione del browser e, pertanto, non vengono conservati a lungo.
Cookie permanenti: rimangono sul dispositivo anche dopo che l’Utente è uscito dal sito internet fino a quando non li cancella o fino al raggiungimento della loro eventuale data di scadenza, impostata dal gestore del sito.

Cookie di prima parte e di terze parti

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I cookie di prima parte sono i cookie impostati direttamente dai siti visitati dall’Utente ovvero dal sito Web il cui indirizzo è stato digitato dall’Utente (visualizzato nella finestra dell’URL).
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Cookie Tecnici, per le prestazioni e per le funzionalità

In base agli scopi perseguiti i cookie utilizzati dai siti possono distinguersi in ulteriori tre categorie come di seguito illustrato.
I cookie strettamente necessari, o cd. “tecnici”, sono essenziali per navigare sui siti che si stanno visitando e utilizzarne alcune funzionalità. Senza questi cookie alcuni servizi on line richiesti dall’Utente (es. accesso alle aree riservate) non possono essere forniti. Con questo tipo di cookie i nostri Siti non raccolgono alcuna informazione personale dell’Utente, il quale non può in alcun modo, solo attraverso i cookie, essere identificato.
I cookie per le prestazioni raccolgono informazioni anonime e ci consentono di capire come gli Utenti interagiscono con il nostro Sito. Per esempio, ci dicono quali sono le pagine più visitate, il tempo trascorso sul sito, eventuali messaggi di errore, ecc. I cookie di prestazione che utilizziamo raccolgono solo informazioni su base aggregata ed in forma anonima, e servono a migliorare il funzionamento dei siti e l’esperienza di navigazione degli Utenti. Per sapere come eliminare o gestire i cookie per le prestazioni è possibile consultare l’ultima sezione di questa pagina.
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Come gestire o cancellare i cookie

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Selezionando i collegamenti sottostanti è possibile accedere alle istruzioni specifiche per la gestione dei cookie tramite alcuni dei principali programmi per la navigazione.

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Google Chrome : support.google.com/chrome/answer/95647?hl=it&p=cpn_cookies
Mozilla Firefox : support.mozilla.org/it/kb/Attivare%20e%20disattivare%20i%20cookie
Opera : help.opera.com/en/latest/web-preferences/#cookies
Safari : support.apple.com/it-it/HT201265

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Social buttons e widgets

Sul nostro Sito è possibile trovare anche social buttons/widgets, ovvero particolari “pulsanti” raffiguranti le icone di social network (ad esempio Facebook Twitter, YouTube, Google Plus, ecc.). Questi “pulsanti” consentono agli Utenti che stanno navigando sui Siti, di raggiungere e interagire con un “click” direttamente con i social network. Grazie al click sui Social buttons/widgets il social network acquisisce i dati relativi alla visita dell’Utente. Al di fuori di questi casi, in cui è l’Utente spontaneamente a voler condividere con il click i propri dati di navigazione con i social network prescelti, il Titolare non condivide alcuna informazione di navigazione o dati degli Utenti acquisiti attraverso il Sito con i social network accessibili grazie ai Social buttons/widgets. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la politiche privacy dei singoli social network acceduti attraverso i nostri Siti per il tramite dei social buttons.
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Twitter : twitter.com/privacy
Linkedin : www.linkedin.com/legal/privacy-policy
Youtube e GooglePlus : policies.google.com/privacy?hl=it&gl=it

Dati forniti volontariamente dall’Utente

E-mail : l’invio spontaneo di e-mail agli indirizzi di posta elettronica indicati sul nostro sito, comporta l’acquisizione da parte del Titolare dell’indirizzo del mittente, necessario per rispondere alle richieste, nonché degli eventuali altri dati personali, compresi gli allegati, inseriti nella missiva. Le caselle di posta elettronica assegnate agli indirizzi indicati sul nostro sito ed ogni altra casella di posta elettronica del Titolare non hanno natura personale, nemmeno quando riportano nome e/o cognome di una persona fisica. Esse infatti appartengono all’organizzazione del Titolare ed hanno lo scopo primario di consentire lo svolgimento delle attività lavorative all’interno dell’azienda. Pertanto, al fine di garantire la massima efficienza organizzativa nella comunicazione e nell’erogazione dei servizi, i messaggi inoltrati alle nostre caselle di posta elettronica potranno essere conosciuti, oltre che dal destinatario, anche da altre persone facenti parte dell’organizzazione della Titolare. Inoltrando e-mail agli indirizzi di posta elettronica indicati sul nostro sito l’Utente dichiara di aver preso visione ed accettato le condizioni di trattamento contenute nella presente privacy policy. Compilazione di moduli web: l’invio di dati personali e la registrazione su base volontaria a servizi, iniziative, ecc. attraverso la compilazione di appositi moduli web, comporta l’acquisizione da parte del Titolare di tutti i dati inseriti dall’Utente nei campi compilati, ed il conseguente trattamento in conformità a quanto riportato nelle specifiche informative, rese per ogni singolo modulo web.

LUOGO DI TRATTAMENTO

I trattamenti di dati connessi ai servizi web del sito della organizzazione sindacale come sopra indicata hanno luogo presso la sede del Titolare del trattamento. In riferimento alle informazioni generate dai cookie di terze parti utilizzati dal nostro sito, questi sono comunicate a Google Inc. ed hanno luogo sui server di Google, negli Stati Uniti.

NATURA DEL CONFERIMENTO

A parte quanto specificato per i dati di navigazione, l’Utente è libero di fornire i dati personali necessari al fine di dare esecuzione alle sue specifiche richieste. Il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ottenere quanto richiesto.
Per completezza va ricordato che, in alcuni casi (non oggetto dell’ordinaria gestione di questo sito), gli organi giudiziari possono richiedere alcuni tipi di dati. In questo caso, naturalmente, la comunicazione dei dati da parte del Titolare ai predetti organi risulta obbligatoria.

USO DEL SITO DA PARTE DI MINORI DI 18 ANNI

L’Utente che non ha ancora compiuto 18 anni può liberamente navigare sul nostro sito. Ciò che non può fare è utilizzare i servizi che richiedono la registrazione o il conferimento di dati e informazioni. La registra zione e l’utilizzo dei servizi resi disponibili attraverso il sito del Titolare è consentita esclusivamente ai maggiori di anni 14. Nessuno al di sotto di tale soglia di età deve registrarsi al sito né utilizzare i servizi messi a disposizione attraverso di esso, se non attraverso gli esercenti la responsabilità genitoriale.

AMBITI DI COMUNICAZIONE E DIFFUSIONE

I dati che gli Utenti forniscono volontariamente (es. per l’inoltro di richieste specifiche, per registrazioni a servizi, preiscrizione ecc.), potranno essere comunicati a terzi solo caso in cui ciò sia strettamente necessario e funzionale alle finalità del trattamento nel rispetto delle specifiche informativa rese ai sensi dell’art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679. I dati, inoltre, potranno essere conosciuti e trattati all’interno dell’organizzazione del Titolare, dal personale espressamente designato come incaricato e/o responsabile del trattamento secondo i rispettivi profili di autorizzazione. Autorizzati e responsabili potranno effettuare le operazioni di consultazione, utilizzo, elaborazione, raffronto ed ogni altra opportuna operazione, anche automatizzata, solo nei casi in cui a ciò siano stati espressamente autorizzati. In caso di espressa richiesta e nelle circostanze autorizzate per legge, i dati potranno essere comunicati dal Titolare alle Autorità di Pubblica Sicurezza ed alle forze di Polizia. In riferimento alle informazioni generate dai cookie di terze parti utilizzati dal sito del Titolare, questi sono comunicate a Google Inc. nei limiti indicati in questa pagina.
Nessun dato di navigazione viene in alcun modo diffuso.

DIRITTI DEGLI INTERESSATI

In riferimento ai propri dati personali l’interessato può, in qualsiasi momento, esercitare i diritti che il Regolamento (UE) 2016/679 gli riconosce. Questi gode infatti del diritto di chiedere al Titolare del trattamento l’accesso ai dati personali e, nei casi previsti, la rettifica, la cancellazione o la portabilità degli stessi, così come di chiedere la limitazione del trattamento che li riguarda e di revocare il consenso al trattamento nei modi e nelle forme di cui agli artt. 15 e ss. del medesimo Regolamento.
Per ogni altra informazione relativa al trattamento dei suoi dati, e per l’esercizio dei diritti di cui sopra, l’interessato può rivolgersi al Titolare del trattamento, inviando una richiesta scritta all’indirizzo torino@flcgil.it

TITOLARE DEL TRATTAMENTO E DPO

Titolare del trattamento è la FLC CGIL TORINO  con sede in TORINO (TO), VIA PADOVA, 35.
Il Responsabile della protezione dei dati designato dal Titolare è contattabile all’indirizzo torino@flcgil.it