- Dettagli
- Scritto da Super User
- Categoria: Archivio - Vecchio Sito
- Visite: 3262

SCARICA IL VOLANTINO
SCARICA IL COMUNICATO UNITARIO
SCARICA RISE UP
SCARICA MOZIONE COLLEGIO DOCENTI
La mobilitazione continua!
Lunedì 18 maggio 2015 a Torino
Manifestazione cittadina delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, genitori, studenti, lavoratrici e lavoratori di altri comparti
Concentramento ore 17,30 P.zza Castello (fronte Palazzo Madama) e corteo sino alla sede Rai di Via Verdi
Aderiscono:
FLC CGIL
CISL Scuola
UIL Scuola
SNALS
GILDA
CUB
COBAS
CIDI
Manifesto dei 500
- Dettagli
- Scritto da FLC CGIL TORINO
- Categoria: Archivio - Vecchio Sito
- Visite: 3166
La Buona scuola siamo noi. Libera, pubblica, democratica, inclusiva
Lunedì 27 aprile - piazza Carlo Alberto Torino dalle ore 17,00 alle 19,30
ASSEMBLEA PUBBLICA DI TUTTE LE RAPPRESENTANZE SINDACALI ELETTE
DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
Adesioni:
CUB Scuola Università Ricerca Torino, Coordinamento metropolitano per una scuola libera e pubblica
CIDI Torino, Insegnanti Arrabbiati, Manifesto dei 500
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La Buona scuola siamo noi.
Libera, pubblica, democratica, inclusiva
L'Istruzione pubblica è in una condizione di assoluta emergenza, dopo anni di tagli lineari., riduzioni di organico, di diminuzione delle risorse economiche, di blocchi, di provvedimenti finalizzati a stravolgere la qualità dell'offerta formativa, speravamo che questo governo mettesse in pratica quello va dicendo dalla sua nascita, cioè una nuova politica scolastica capace di valorizzare il lavoro e le professionalità presenti nella scuola. Una politica innovativa, fatta di investimenti e di valorizzazione dell’autonomia scolastica, attraverso l’eliminazione della precarietà, la contrattualizzazione del rapporto di lavoro e il riconoscimento professionale del personale docente e ATA. Il Disegno di legge 2994 del Governo non solo non inverte questa tendenza ma la aggrava a tal punto da promuovere un’ idea di istruzione che genera disuguaglianze sociali e disparità culturali anziché eliminarle. Si introduce una competizione individuale incompatibile con la collegialità e la cooperazione necessarie a conseguire obiettivi formativi universali; si determina un peggioramento della qualità del lavoro con una generalizzazione della condizione di precarietà. Si svaluta la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, accentrando poteri enormi su un’unica figura sino a mettere a repentaglio la libertà di insegnamento rendendo i lavoratori della scuola non protagonisti del rinnovamento ma soggetti passivi senza diritti, in sostanza dei sudditi.
Sono temi che devono risvegliare la sensibilità e la coscienza democratica di tutti coloro che non si arrendono di fronte al progetto di una scuola pubblica strutturata intorno alla logica del mercato e dello scambio.
L'istruzione non è una merce.
Questa è la consapevolezza, costituzionale, che unisce tutti noi.
Organizzazioni sindacali, associazioni, coordinamenti, lavoratrici e lavoratori, studenti, cittadini ritengono che la scuola pubblica non sia un costo da tagliare ma un diritto da potenziare, con investimenti e con i seguenti cambiamenti:
1) E’ necessario un piano pluriennale di stabilizzazioni non discriminatorio (comprendente coloro che sono iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e coloro che hanno svolto 36 mesi di lavoro).
2) Rafforzare la struttura democratica della scuola, quindi gli Organi collegiali: un indirizzo incompatibile con l'assegnazione al Dirigente scolastico di poteri e prerogative manageriali nel segno di una visione aziendale dello sviluppo dell'offerta formativa. Rifiutiamo l'utilizzo della precarietà per dividere i lavoratori e per sostenere un progetto di scuola che riteniamo metta in discussione le basi della scuola democratica.
3) Avviare le procedure per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. Il Contratto è uno strumento di equità, di solidarietà, garantisce la definizione di regole condivise nell'organizzazione del lavoro e nel riconoscimento delle professionalità.
La scuola, nelle sue differenze culturali e di appartenenza, ritrova in quest’emergenza l'unità necessaria per contrapporsi a un disegno autoritario e privo di alcun indirizzo di sviluppo e modernizzazione.
Il parlamento eviti uno scontro con il mondo della scuola, il Governo convochi i rappresentanti dei lavoratori, apra un confronto serio e costruttivo.
Non ci fermeremo, lotteremo fino a quando il Governo non darà risposte certe e concrete alle nostre rivendicazi
- Dettagli
- Scritto da FLC CGIL TORINO
- Categoria: Archivio - Vecchio Sito
- Visite: 3025
L'assemblea sindacale del Liceo Statale Regina Margherita riunita il 22 aprile 2015 per discutere sul DDL n. 2994, "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” esprime un assoluto dissenso nei confronti del progetto di riforma della scuola per i seguenti motivi:
- L’elemento centrale dell’intero Ddl è costituito dall’accentramento di tutti i poteri della scuola nella figura del dirigente scolastico
Il potere assegnato al dirigente scolastico, riprendendo un punto centrale del DDL Aprea del 2012 (n. 953), all'epoca aspramente criticato da esponenti dell'attuale maggioranza (allora opposizione) che oggi sostengono questa proposta di legge, è pressoché illimitato. In questo il provvedimento in discussione, infatti, è lui ad elaborare il Piano dell’offerta formativa “sentito il Collegio dei docenti e il consiglio d’istituto”(art. 2. Comma 9); è lui a scegliere per chiamata diretta gli insegnanti del cosiddetto organico funzionale da un albo distrettuale, conferendo incarichi "di durata triennale rinnovabili" "tenuto conto del curriculum”, e a scegliere i docenti di ruolo che chiedono il trasferimento (art.7 comma 2); è sempre il DS il titolare della valutazione del periodo di prova, “sentito il Collegio dei docenti e il consiglio d’istituto” (art. 9 comma 3) e del potere di licenziamento “provvede alla dispensa dal servizio con effetto immediato, e senza obbligo di preavviso” (art. 9 comma 5) ; è ancora lui a scegliere il suo staff fino a 3 docenti (art.7 comma 5 ) e ad elargire premi economici ad una parte dei docenti “sentito il consiglio d’istituto” (art. 11 comma 2). Un vero e proprio dominus assoluto della scuola.
- Gli organi collegiali, privati di qualsiasi autonomo potere, diventano meri organi consultivi. Il Collegio Docenti, in particolare, nella materia attualmente di sua competenza, ovvero l'aspetto didattico-progettuale, è relegato ad un ruolo soltanto consultivo.
- Vengono creati "albi territoriali", inizialmente destinati ai soli neo immessi in ruolo a partire dal prossimo anno scolastico, ma nei quali confluiranno tutti i docenti già di ruolo interessati dalla mobilità territoriale e professionale, ossia tutti i docenti trasferiti (anche soprannumerari), e ai quali verrà pertanto estesa la disciplina dell'incarico triennale per chiamata diretta del Dirigente (art. 7, comma 4). Tale norma priverà i tutti i docenti della possibilità di richiedere le singole scuole per i trasferimenti, stravolgendo per legge la disciplina contrattuale della mobilità scolastica.
- L'attribuzione al solo Dirigente Scolastico della facoltà di assegnare ai docenti "meritevoli", “sentito il consiglio d’istituto” (art. 11, commi 2 e 3), una somma, definita "bonus", sulla base di criteri così generici e fumosi, lascia amplissimi spazi di discrezionalità alle decisioni unilaterali ed esclusive del Dirigente.
- Assunzione dei docenti (art. 8)
Invece dei circa 150.000 promessi, se ne prevedono 100.701 (sic!). Sono esclusi gli insegnanti della scuola dell’infanzia (circa 23.000), gli idonei del concorso 2012 e gli iscritti nelle graduatoria di istituto.
Viene così disattesa la sentenza della Corte Europea: rimangono fuori tutti i precari già abilitati con almeno 3 anni di servizio non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento .
I tanti precari che oggi lavorano, alcuni anche da molti anni, non potranno più lavorare (divieto di stipulare contratti oltre i 36 mesi, art. 12 comma 1) . Il governo risolve così il problema: non elimina il precariato, elimina i precari
- Il personale ATA è totalmente escluso dal "piano straordinario di assunzioni" previsto per l'anno prossimo. Non si capisce con quali risorse umane e finanziarie potranno realizzarsi il "potenziamento dell'offerta formativa" e "l'apertura pomeridiana delle scuole" che il DDL si prefigge (art. 2, comma 3), oltre il normale funzionamento della scuola.
- Formazione. La formazione viene resa “obbligatoria, strutturale e permanente” .Al di fuori della legge (se ne parla nella relazione tecnica) si stabilisce che ammonta a 50 ore annue di attività: Ancora una volta si vuole aumentare l’orario di lavoro senza alcuna contropartita salariale
- Finanziamenti alle scuole private (art. 17) : sono previsti attraverso la possibilità di detrazioni del 19% fino a 400 euro di spese scolastiche (escluse le superiori). Si aggiungono agli oltre 200 milioni che già lo Stato regala alle scuole private, mentre mancano i soldi per la manutenzione ordinaria delle scuole statali, che sempre più sono costrette a richiedere contributi “volontari “ agli studenti. Viene così ulteriormente aggirato l’art.33 della Costituzione “senza oneri per lo Stato”
Per queste ragioni l’assemblea richiede
- Il ritiro del DdL in discussione alla Camera dei Deputati , l'apertura della trattativa per rinnovare il Contratto di lavoro, scaduto da ormai sei anni, e di un confronto che sui temi di natura contrattuale (distribuzione del salario, carriera e valorizzazione professionale, mobilità del personale, sostituzione dei colleghi assenti, superamento dell’anno di prova) coinvolga realmente il mondo della scuola.
- un provvedimento d’urgenza per garantire le 150.000 immissioni in ruolo promesse fin dall’inizio del prossimo anno scolastico e un piano di assunzioni per il personale ATA.
L’assemblea sostiene le mobilitazioni indette per il 24 aprile, 5 e 12 maggio e
aderisce unitariamente allo sciopero generale unitario della scuola
indetto per il 5 maggio da Flc Cgil, Cisl scuola,Uil scuola, Cub, Cobas
Approvato all’unanimità Astenuti: 1
- Dettagli
- Scritto da Super User
- Categoria: Archivio - Vecchio Sito
- Visite: 2991
Un’altra battaglia vinta. Ancora una volta per l’ostinazione della FLC CGIL. Il 28 aprile 2015 si vota per il Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi, ex Cnpi), l’organismo di rappresentanza della scuola italiana che era stato abolito nel 2013.
Le nostre liste e candidature
Una vittoria della scuola, unica istituzione della Repubblica da anni senza una rappresentanza nazionale con diritto di consultazione su tutti i provvedimenti (e gli ultimi anni ne hanno prodotti persino troppi) che la riguardano.
Il voto per la ricostituzione di questo organismo è stato strappato con le unghie e coi denti e, a causa dell’ostilità del Miur, organizzato in fretta e furia.
I fatti
La vicenda richiama l’urgenza della rappresentanza delle scuole autonome e di un riordino degli organi collegiali della scuola, che deve però avvenire nel quadro di una risistemazione del governo della scuola su principi di partecipazione, trasparenza, collegialità. I principi sui quali si fonda la scuola migliore. Dopo il 28 aprile questo disegno di riordino complessivo andrà perseguito. E la FLC farà la sua parte.
Ma veniamo ai fatti. Nel 2013 il Cspi (Cnpi, in proroga da tempo in assenza della costituzione dell’Organismo che lo deve sostituire) viene abolito, con un atto autoritario senza precedenti. È partita subito l’offensiva politica e giudiziaria della FLC CGIL. Finalmente, a dicembre scorso il Consiglio di Stato metteva fine alla controversia intimando al Miur la convocazione delle elezioni per comporre il Cspi. Una ulteriore, inutile e pretestuosa opposizione del ministero, che ha costretto il Consiglio di Stato a ripronunciarsi e intimare un termine per le elezioni, ha costretto i sindacati a un vero e proprio tour de force.
Ma ora si vota.
L’importanza del voto
Adesso è importante che la scuola – i docenti, le professioni Ata, i dirigenti – dimostri alle burocrazie ministeriali che democrazia, rappresentanza, diritto di parola sono i pilastri del vivere civile. La scuola ha già detto di non voler subire imposizioni dall’alto con la partecipazione massiccia al voto per le Rsu. Il 28 aprile questa partecipazione va replicata. Nonostante la rappresentanza del Cspi sia ridotta rispetto a quella del Cnpi. Saranno comunque eletti a suffragio universale 18 rappresentanti, così suddivisi:
1 per la scuola dell’infanzia (candidabili 2)
4 per la primaria (candidabili 6)
4 per la secondaria di primo grado (candidabili 6)
3 per la scuola secondaria di secondo grado (candidabili 4)
2 per i dirigenti scolastici (candidabili 3)
1 per il personale ATA (candidabili 2)
3 per le scuole di lingua tedesca, slovena, e francese (candidabili 2 per minoranza linguistica indipendentemente dal settore professionale).
altri 18 saranno di nomina ministeriale.
Hanno diritto il voto: tutto il personale della scuola statale, il personale educativo e Ata di convitti ed educandati, gli assistenti educativi delle scuole statali speciali a tempo indeterminato e determinato (con incarico annuale e fino al temine delle lezioni).
Materiali grafici elezioni CSPI 2015 - Volantino
Materiali grafici elezioni CSPI 2015 - Pieghevole
Elezioni CSPI: chiarimenti dal MIUR su assemblee, diritto di voto, modelli di schede e altro
Elezioni CSPI 2015: come si vota?