Da I.C. “ C. NIGRA” -Torino. Collegio Docenti. Mozione. Per una scuola democratica, per un lavoro dignitoso.
" ... per l'attuazione di una effettiva politica di investimento di risorse pubbliche finalizzandola a:
a) sostenere il piano straordinario di immissioni in ruolo e riconoscimenti salariali adeguati
b) realizzare e rendere effettivo il funzionamento dell'Organico funzionale: per ampliare la didattica, ripristinare le esperienze del tempo pieno e non per risparmiare sui fondi dedicati alle supplenze;
c) ripristinare i fondi a favore del Miglioramento dell'Offerta Formativa
d) estensione del piano straordinario di assunzioni, nonché dell'Organico funzionale, anche al personale precario Ausiliario Tecnico e Amministrativo.
e) rinnovare il contratto nazionale di lavoro e prevedere insieme ad un riconoscimento dell'anzianità interventi finalizzati a valorizzare la professionalità dei lavoratori e non alimentare meccanismi di mercato e competitivi.
f) Intervenire sull'emergenza salariale dei lavoratori della scuola che dal mancato rinnovo del CCNL hanno mediamente perso circa 11.000 euro dal 2010 al 2014. Le lavoratrici ed i lavoratori della scuola hanno necessità di riconoscimenti salariali e professionali adeguati."
Riceviamo e pubblichiamo.
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ORDINE DEL GIORNO
Per una scuola democratica, per un lavoro dignitoso
Il Collegio dei Docenti dell’Istituto comprensivo “ C. NIGRA” in data 24\11\2014
Constatato
Che il governo intende immettere in ruolo circa 148.000 docenti per esaurire in questo modo le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie dei vincitori/idonei del concorso 2012 (senza prendere in considerazione tutti coloro che pur essendo abilitati hanno come unica prospettiva un concorso)
Che le risorse economiche necessarie alle immissioni in ruolo (1 miliardo di euro) sono state stanziate tagliando altri fondi del comparto, rinunciando così a realizzare un’autentica politica di investimenti nella scuola
Che si intende penalizzare chi nella scuola lavora da anni abrogando da settembre 2015 lo scatto di anzianità (che per noi è sinonimo di esperienza acquisita sul campo) in cambio di un nuovo meccanismo fumoso che dovrebbe premiare il “merito”
Che tale merito andrebbe premiato con lo scatto di competenza (60 euro in più in busta paga), da conseguire tramite crediti didattici, formativi e professionali di cui non sono precisati i criteri e le modalità di acquisizione
Che la presenza di tale crediti non implica la certezza del conseguimento dello scatto di competenza, riservato esclusivamente al 66% del personale di ciascuna scuola
Che una logica siffatta è quantomeno paradossale in quanto equivale a sostenere che, a prescindere dall'impegno profuso e dai crediti conseguiti, è necessario penalizzare a priori un terzo della categoria dei lavoratori della conoscenza
Che l’istituzione stessa di questo meccanismo ha lo scopo di innescare un processo competitivo tra i lavoratori, di spezzare i legami di solidarietà della categoria, di minare le basi della comunità educante per la quale faticosamente si lavora quotidianamente
Che tale logica competitiva di cui sopra, oltre a danneggiare la solidarietà tra lavoratori, avrà sicuramente delle ricadute negative sugli apprendimenti dei alunni.
Che si intende promuovere una scuola competitiva propria di un modello sociale a favore del mercato e del l'impresa e che non pone come centrale l’allievo e il suo sviluppo
Che il modello di scuola prospettato prevede la forte ingerenza nelle nostre scuole da parte di imprese e soggetti economici forti, così da orientare la cultura in generale (e il piano dell'offerta formativa in particolare) verso i mutevoli (e per nulla pedagogici) interessi del mercato.
Che una parte significativa delle iniziative didattiche vengono oggi supportate dal contributo volontario delle famiglie e che ipotizzare una estensione di questi contributi (bonus fiscali, microfinanziamenti, ecc.) significa rinunciare a investimenti pubblici e legittimare le forti differenze e disuguaglianze che già vi sono tra le scuole, secondo le diverse disponibilità economiche delle famiglie e dell'utenza.
Che la trasformazione del Collegio dei docenti in semplice Consiglio dei docenti, tramite la delegittimazione del valore e dei poteri della collegialità divenuta sinonimo di immobilismo, di veto, di impossibilità di decidere alcunché, pregiudica le competenze e la professionalità degli insegnanti
Che lo sbilanciamento dei poteri a favore del Dirigente scolastico (chiamata diretta dei docenti, gestione autonoma del dieci per cento del Fondo di Istituto) rischia di ledere la libertà di insegnamento, l'esistenza del pensiero critico all'interno delle nostre scuole e la dimensione democratica e di comunità educante
Che l’assenza di riferimenti al contratto di lavoro denota la volontà governativa di ignorare le norme contrattuali, i lavoratori della scuola e le loro rappresentanze sindacali per operare in modo autocratico, considerando lavoratrici e lavoratori come un ostacolo al rinnovamento dell’istruzione pubblica che invece essi chiedono da anni
Che l’assenza di riferimento alla stabilizzazione del personale ATA e la quasi totale assenza di altri riferimenti, con l’implicito disconoscimento del ruolo del personale ATA, hanno come obiettivo il considerare questi lavoratori esclusivamente come un costo da tagliare (come peraltro confermato dall'ultima Legge di stabilità)
CONDIVIDE E FA PROPRIE le seguenti richieste di intervento
- per l'attuazione di una effettiva politica di investimento di risorse pubbliche finalizzandola a:
a) sostenere il piano straordinario di immissioni in ruolo e riconoscimenti salariali adeguati
b) realizzare e rendere effettivo il funzionamento dell'Organico funzionale: per ampliare la didattica, ripristinare le esperienze del tempo pieno e non per risparmiare sui fondi dedicati alle supplenze;
c) ripristinare i fondi a favore del Miglioramento dell'Offerta Formativa
d) estensione del piano straordinario di assunzioni, nonché dell'Organico funzionale, anche al personale precario Ausiliario Tecnico e Amministrativo.
e) rinnovare il contratto nazionale di lavoro e prevedere insieme ad un riconoscimento dell'anzianità interventi finalizzati a valorizzare la professionalità dei lavoratori e non alimentare meccanismi di mercato e competitivi.
f) Intervenire sull'emergenza salariale dei lavoratori della scuola che dal mancato rinnovo del CCNL hanno mediamente perso circa 11.000 euro dal 2010 al 2014. Le lavoratrici ed i lavoratori della scuola hanno necessità di riconoscimenti salariali e professionali adeguati.
- per la realizzazione in ogni scuola di una qualità del lavoro atta a favorire la collaborazione e non la competizione individuale.
- per la promozione di un'idea di scuola fondata
a) sulla formazione e sulla crescita culturale. La scuola deve interloquire con il mondo produttivo ma non da una posizione di subalternità.
b) sul potenziamento del pensiero critico tra gli alunni;
c) sulla possibilità di riscatto e di emancipazione sociale e culturale
d) estendere l'obbligo scolastico a 18 anni;
e) contrastare la dispersione scolastica e generalizzare la didattica laboratoriale.
Mozione votata il 25/11/14 dal Collegio docenti ( con 1 voto contrario)