CTP Gabelli,Parini, Giulio di Torino. Mozione dell’assemblea sindacale.AVVIO CPIA: rinviare una partenza prematura per sostenere il diritto allo studio.
Le lavoratrici e i lavoratori dei CTP Gabelli, Parini, Giulio, riuniti nell'assemblea sindacale territoriale del 6 maggio 2014 indetta dalla FLC CGIL Torino, dopo aver analizzato il DPR 2637/2012, la circolare 36/2014, le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti che il 10 aprile il Ministero ha inviato agli USR e considerando l’organizzazione dei percorsi e degli strumenti di flessibilità e i quadri orari per il secondo ciclo di istruzione
approvano all’unanimità la seguente mozione.
Le lavoratrici e i lavoratori dei CTP Gabelli, Parini, Giulio di Torino ritengono rischiosa e negativa, per l’organizzazione delle attività di istruzione agli adulti nel territorio del costituendo CPIA Gabelli-Parini-Giulio, la partenza prematura del CPIA in data 1 settembre 2014, per i seguenti motivi:
1.I tempi per integrare esperienze scolastiche molto differenziate sono insufficienti in quanto la costruzione di sistema di proposte didattico-formative comune richiede un lavoro necessariamente approfondito. Si ricorda che il passaggio, meno complesso dalla tradizionale Eda “Ex 150 ore” ai CTP fu sorretto da un biennio di sperimentazione introducendo i “Poli” per l’educazione agli adulti
2.I CPIA, per funzionare, oltre ad armonizzare le esperienze che confluiscono in essi, devono:
a.costruire nuovi organismi quali, ad esempio le commissioni di identificazione, attestazione, valutazione dei crediti
b.riorganizzare le attività didattiche tenendo conto del necessario collegamento tra i percorsi di primo e secondo livello,
c.organizzare l’aumento di proposta didattica (aggiungendo al primo periodo didattico il secondo periodo di 825 ore) previsto a parità di organico
d.istituire un Consiglio d’Istituto che sia un reale strumento di democrazia.
3.E’ indispensabile la presenza di una dirigenza dedicata unica come situazione concreta per garantire un’autonomia reale: non il surrogato di una reggenza che potrebbe condurre a una situazione ingestibile.
4.Le modalità del passaggio da CTP a CPIA contengono incongruenze di natura contrattuale e organizzative tali da impedire un normale funzionamento di tale istituzione, che devono necessariamente essere corrette.
Particolarmente critico è il nodo degli organici ATA:
-la presenza prevista di un solo operatore scolastico per plesso di erogazione del servizio avrebbe come conseguenza l’impossibilità di garantire un orario di apertura adeguato.
-l'assegnazione di un solo assistente amministrativo per plesso non tiene conto delle dimensioni e della complessità del lavoro richiesto dall'utenza dei costituendi CPIA, anche soltanto nella parte di segreteria didattica
-il fatto che la presenza di un assistente tecnico sia prevista solo a seguito di richieste “straordinarie” dimostra una palese sottovalutazione delle esigenze di informatizzazione dei CPIA, il cui funzionamento si configura come estremamente complesso, e per cui è prevista anche l'erogazione online di una parte dell'offerta formativa.
5.L’aumento della proposta didattica in ore e materie (seconda lingua comunitaria) da attuarsi a parità di organico determinerebbe una riduzione dell’offerta del servizio, tale da escludere un numero rilevante di donne e uomini che si rivolgono alla scuola di stato per soddisfare i propri bisogni di apprendimento. Gli effetti di questo contesto, preoccupanti in sé, possono essere contrastati attuando al meglio le disposizioni riguardanti la flessibilità (Unità formativa) che permette ai CPIA di ampliare l’offerta formativa con accordi con altri soggetti pubblici e privati. Non ignoriamo – e non rinunciamo a sottolineare con disappunto - che ciò significa un ulteriore indebolimento dell'istruzione pubblica di stato. E' chiaro, ad ogni modo, che una seria programmazione di accordi per dare una risposta qualitativamente e quantitativamente valida ai bisogni di istruzione del territorio del CPIA Gabelli-Parini-Giulio necessita di un lavoro di coordinamento e di preparazione notevole che richiede un tempo di costruzione adeguato.
Le lavoratrici e i lavoratori dei CTP, in considerazione di quanto argomentato, ritengono necessario che il CPIA Gabelli-Parini-Giulio non sia attivato dal 1 settembre 2014, bensì il 1 settembre 2015, come del resto è possibile anche ai sensi del DPR e della circolare 36.
Inoltre le lavoratrici e i lavoratori dei CTP, insieme alla FLC CGIL, chiedono al MIUR un ripensamento di alcuni aspetti dell’assetto delle norme riguardanti il CPIA, affinché sia tutelato il diritto allo studio di tutte le fasce della popolazione adulta.
In particolare si ritiene:
I.che sia pregiudicato il diritto allo studio della parte socialmente più fragile con la norma che esclude, dal conteggio per determinare gli organici, gli studenti che seguono corsi di livello “A1”, corsi per analfabeti e corsi di alfabetizzazione di base
II.che siano pregiudicati il diritto allo studio e la qualità dell’offerta formativa, in quanto si riduce l'offerta quantitativa di IdA con una riorganizzazione che determina più lavoro a parità di risorse
III.che sia pregiudicato il compito dello Stato di garantire percorsi di educazione permanente con la scomparsa dell’alfabetizzazione funzionale.
E’ oggi indispensabile e urgente rilanciare la difesa dei principi del diritto allo studio che hanno sorretto l’educazione e l’istruzione degli adulti dagli anni ‘70 in poi, tenendo conto delle mutate situazioni sociali e del mondo del lavoro. Occorre considerare le lavoratrici e i lavoratori che si iscrivono ai percorsi per l’istruzione degli adulti come possessori di competenze formali, informali e non formali acquisite nel corso della vita e occorre permettere loro di frequentare percorsi di studio aggiornati e organizzati in modo efficiente, compatibili, per lunghezza ed orari, con le nuove esigenze di chi lavora, anche in modo precario.
Ciò significa anche prevedere a questo scopo l'investimento di adeguate risorse umane e finanziarie e non scaricare sui lavoratori della scuola il peso dell'ennesima riforma “senza oneri per lo stato”.
Le lavoratrici e i lavoratori dei CTP Gabelli, Parini, Giulio di Torino FLC CGIL TORINO
In attesa della sentenza della Corte europea, i precari della scuola attendono risposte dalla ministra Giannini.
Per la FLC CGILil reclutamento è una prerogativa dello Statoche garantisce la qualità della scuola italiana, ottemperando al mandato degli articoli 33 e 34 della Costituzione.
Non è pensabile che tale atto venga demandato alle singole scuole: verrebbe meno la certezza per tutti i cittadini di poter aspirare ai medesimi livelli di formazione. La classe e il censo tornerebbero ad essere il discrimine per l’accesso alla Conoscenza.
Attraverso il sistema di reclutamento, lo Stato dimostra il ruolo che dà alla scuola pubblica e alla formazione per tutti i cittadini. Il 9 gennaio 2014 abbiamo presentato una proposta sul reclutamento dei docentiche parte dal presupposto fondamentale della buona scuola: la garanzia della continuità didattica.
L’eccessivo numero di precari, che spesso cambiano scuola ogni anno, impedisce il regolare espletamento dell’offerta formativa. Un piano di stabilizzazione per coloro che da anni, con le loro supplenze annuali, garantiscono il regolare funzionamento delle scuole, è indispensabile per una scuola pubblica di qualità. È urgente un impegno del governo in questo senso.
Nella nostra proposta è presente anche una prospettiva di lavoro per i nuovi abilitati: non è pensabile che lo Stato attivi percorsi di formazione iniziale (a pagamento) senza garantire prospettive di occupazione.
Superata questa fase di emergenza, il concorso pubblico rimane lo strumento di reclutamento garante della trasparenza dei criteri, anche se ne vanno profondamente riviste le procedure sia dal punto di vista della semplificazione che dell'aderenza alla professione docente.
Con la nostra proposta sul reclutamento e laformazione iniziale dei docenti, chiamiamo le forze politiche e il mondo della scuola a un serrato dibattito, perché su una materia così importante e di valenza costituzionale, non si può procedere con provvedimenti improvvisati o di pura "manutenzione".
La richiesta della FLC CGIL di rivedere i criteri di individuazione delle sedi ha ottenuto il risultato: le sedi saranno...
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