Da L.S. VOLTA Torino.Collegio Docenti. Mozione su "La Buona scuola".
 
"Siamo convinti che non esista alcuna connessione necessaria fra una tale destrutturazione del rapporto di lavoro dei docenti e le immissioni in ruolo promesse nel documento, che vanno sicuramente rivendicate ed anzi fatte immediatamente, come del resto sancito dall’Unione Europea (ricordiamo che l’Italia rischia una multa di 4 milioni di euro per il mancato rispetto della direttiva sul lavoro a tempo determinato nella scuola).
Riteniamo invece che nello stato attuale della scuola, vada sostenuto e riconosciuto, non solo economicamente, quanto di buono, tra enormi difficoltà, nelle scuole viene quotidianamente garantito – l'inserimento dei diversamente abili (unico al mondo), l'inclusione degli stranieri, l'ampliamento dell'offerta formativa, il mantenimento del tempo pieno e prolungato nella scuola primaria."
 
 
Riceviamo e pubblichiamo.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Mozione approvata all'unanimità dal Collegio dei Docenti  del Liceo scientifico A.Volta di Torino.
 
Gli insegnanti del liceo “A. Volta”, raccogliendo l'invito del Premier Matteo Renzi ad esprimere nuove proposte ed il proprio parere su “La buona scuola”, 
dopo successivi momenti di confronto stabiliscono quanto segue:
 
Un giudizio fortemente negativo relativamente alla proposta governativa di introduzione di un sistema di ‘progressione di carriera’, non più basato sugli scatti di anzianità ma su premi stipendiali legati al “merito”, destinati esclusivamente ad un 66% della categoria, percentuale calcolata a partire da una valutazione meramente economica.
Le conseguenze relative all’organizzazione del lavoro dei docenti saranno pesantissime: gli insegnanti verranno spinti ad entrare in concorrenza fra di loro con l'effetto di indebolire la dimensione cooperativa dell'insegnamento che pure è assolutamente necessaria laddove si punti ad una scuola di qualità.
 
Va sottolineato che, in una situazione di blocco contrattuale prolungato negli anni (il contratto è scaduto da cinque anni) e di perdita secca del potere d’acquisto della retribuzione, il 34% della categoria che non accederà allo scatto per merito, non avrà alcuna possibilità di adeguamento e anzi assisterà di fatto ad una diminuzione della retribuzione.
L’invito alla mobilità contenuta nel documento, come soluzione per uscire dalla condizione di esclusione riservata a oltre un terzo della categoria, non potrà che determinare un ulteriore appesantimento della condizione di lavoro dei docenti (si pensi perdita di tutte le relazioni e delle modalità di collaborazione con i colleghi, magari costruite a fatica nel corso degli anni).
 
Siamo convinti che non esista alcuna connessione necessaria fra una tale destrutturazione del rapporto di lavoro dei docenti e le immissioni in ruolo promesse nel documento, che vanno sicuramente rivendicate ed anzi fatte immediatamente, come del resto sancito dall’Unione Europea (ricordiamo che l’Italia rischia una multa di 4 milioni di euro per il mancato rispetto della direttiva sul lavoro a tempo determinato nella scuola).
Riteniamo invece che nello stato attuale della scuola, vada sostenuto e riconosciuto, non solo economicamente, quanto di buono, tra enormi difficoltà, nelle scuole viene quotidianamente garantito – l'inserimento dei diversamente abili (unico al mondo), l'inclusione degli stranieri, l'ampliamento dell'offerta formativa, il mantenimento del tempo pieno e prolungato nella scuola primaria.
 
Si richiede pertanto:
 
la diminuzione del numero degli alunni per classe fino ad un massimo di 25 (20 in presenza di un diversamente abile);
stanziamenti per un piano di aggiornamento su tutto il territorio per una formazione permanente, non riservata al 66%, ma destinata a tutta la categoria, certificata e di qualità;
la riapertura di un contratto ampiamente scaduto e un adeguato riconoscimento salariale sia alla componente docente che alla componente ATA;
la collegialità didattica e la gestione democratica degli istituti attraverso tutte le componenti scolastiche;
Una proposta complessiva che si richiami al principio costituzionale della libertà di insegnamento (totalmente assente nel testo governativo) e parta da una seria riflessione sulle finalità del sistema scolastico per proporre  una progettualità reale, non appiattita su logiche economiche e di risparmio.
 
Torino, 19 novembre 2014