LUNEDI 7 OTTOBRE 2013 alle ore 16:00 presso il salone “P. LAI” della Camera del Lavoro di Torino in via Pedrotti 5

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La Camera del lavoro di Torino ha organizzato per il giorno 7 ottobre un incontro con Sebastian Garcia, rappresentante della Federacion de Estudiantes de la Universidad de Chile, nell'ambito di un ciclo di iniziative in memoria del colpo di stato in Cile nel 1973 in cui venne destituito il legittimo governo socialista del Presidente Salvador Allende.

Il Cile del governo di Unidad Popular rappresentò un progetto di società che avrebbe potuto costituire un riferimento culturale e sociale per un intero continente.

La reazione, come è noto, fu la costruzione di una società fondata sul terrore e sulla violenza fascista.

Quella di Pinochet non solo fu una feroce dittatura, essa rappresentò anche un laboratorio economico di sperimentazione dei principi del neoliberismo in una condizione di sospensione della democrazia e delle libertà: sperimentazione che si incardinava su politiche economiche fortemente classiste, ispirate ai principi di un dominio assoluto del mercato accompagnato da un significativo smantellamento dello stato sociale. Un neoliberismo senza libertà democratiche.

Il periodo della dittatura fu caratterizzato da violenza e terrore ma anche dalla profonda opposizione della popolazione, del movimento sindacale, di una parte minoritaria della Chiesa cattolica di base, della sinistra riformista e rivoluzionaria, che riuscì a sopravvivere. Forti movimenti sociali nella metà degli anni '80 attraversarono il paese, tanto da far pensare alla possibilità di un rovesciamento della dittatura.

Solo dalla fine degli anni '80 iniziò in Cile un processo di democratizzazione non ancora concluso.

Il Cile continua ad essere un terreno di sperimentazione di politiche incardinate sulla disuguaglianza di classe e sul primato della logica di mercato, questa volta sul versante delle politiche educative. Nel 2012 il governo di destra ha promosso un piano di riforma del sistema scolastico che ricalca la logica delle politiche economiche dei decenni precedenti; un sistema che accentua ulteriormente le disuguaglianze sociali. Le scuole pubbliche risentono ancora oggi di una carenza di investimenti e di risorse mentre le scuole private sono favorite nel focalizzare agevolazioni fiscali e finanziamenti. Le famiglie più ricche godono così di opportunità formative assai più significative. Si è determinato dunque un accesso alla formazione distinto per condizione economica e sociale.

Queste misure hanno provocato imponenti manifestazioni e risvegliato il dissenso giovanile alle politiche neoliberiste; mobilitazioni che hanno nuovamente rivitalizzato l'immagine e la prospettiva aperta dal governo Allende più di 40 anni fa. Il governo ha recentemente presentato un piano in cui sono previsti finanziamenti alla scuola pubblica ma ancora lontano e insufficiente a garantire la presenza di una scuola pubblica gratuita e universale. Nel giustificare la contrarietà ad una ipotesi di istruzione pubblica gratuita, il presidente Pinera ha ricordato che la gratuità non è economicamente praticabile, salvo cambiare modello di sviluppo. Esattamente quanto chiedono gli studenti ed i lavoratori mobilitati in questi mesi. Il movimento di protesta si è esteso ad ampi settori del mondo del lavoro.

Occorre ricordare, per meglio specificare il significato politico di queste mobilitazioni, che il Cile ha attualmente, nel quadro dei paesi dell'America Latina, il reddito pro-capite più alto e, nel contempo, anche l'indice più alto di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza (indice Gini).

Nella protesta di questi mesi è chiaro ed indissolubile il legame tra il persistere delle disuguaglianze sociali e di classe e la resistenza della destra cilena a promuovere un sistema educativo universale, democratico, pubblico e gratuito.

Vi invitiamo dunque a partecipare a questo incontro non solo per quello che rappresentò il progetto libertario del Cile di Allende. Il Cile oggi può rappresentare un laboratorio di sperimentazione di politiche educative neo-liberiste e per questo anticipare scelte e indirizzi che, come in passato, hanno trovato applicazione in altri paesi.