ITGS GUARINO GUARINI - TORINO. MOBILITAZIONE
Riceviamo e pubblichiamo dall' ITGS GUARINO GUARINI - TORINO
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ITGS GUARINO GUARINI - TORINO
MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI
Il Collegio dei docenti del "Guarino Guarini", dopo aver esaminato le disposizioni contenute nella Legge di stabilità del 2013 (attualmente all'esame del Parlamento), con particolare riferimento all'art. 3 comma 42 che introduce l'aumento dell'orario di lavoro del Personale Docente del 33% a parità di retribuzione;
dopo aver considerato gli indirizzi delle norme per l'autogoverno delle Istituzioni scolastiche previsti dalla Legge 953 di riforma degli organi collegiali;
esprime nel merito le seguenti osservazioni:
· la legge di stabilità 2013 prevede il taglio di prestazioni e servizi rivolti alle fasce deboli della popolazione, penalizza dal punto di vista fiscale i redditi più bassi consolidando le disparità sociali e culturali e pregiudicando così l'uguaglianza di tutti gli allievi nell'accesso al sistema dell'istruzione, a discapito della funzione sociale, garantita dalla Costituzione repubblicana, dell'istruzione pubblica;
· la questione dell'istruzione pubblica è affrontata nel totale disprezzo della professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, in violazione delle norme contrattuali e dei diritti, costringe i docenti a carichi di lavoro sempre più gravosi, pregiudicando ogni scelta di didattica di qualità e la messa in atto concreta della libertà di insegnamento;
· l'aumento dell'orario dei docenti determina una pesante perdita di posti di lavoro per i precari (stimati in oltre 30.000) e la vanificazione del concorso e del TFA;
· il carico di lavoro degli insegnanti è analogo a quello dei colleghi degli altri Paesi Europei, come dalle ricerche di settore e dalle statistiche OCSE ed EURYDICE e l'inadeguatezza delle infrastrutture scolastiche in Italia rende concretamente inattuabile e improduttivo l'aumento dell'orario di lavoro;
· la condizione di lavoro intellettuale dell'insegnante è volutamente ignorata: non si tiene conto degli impegni collegiali, di programmazione didattica, del continuo aggiornamento (al di fuori degli orari classici di lavoro e sempre a spese degli insegnanti), del tempo necessario per i rapporti con le famiglie, del lavoro svolto autonomamente per deontologia professionale (tempi di preparazione delle lezioni, tempi di elaborazione e correzione delle prove, uscite didattiche e viaggi d'istruzione) da quantificarsi in almeno altrettante ore di quelle di lezione frontale;
· l'attuale riforma degli organi collegiali introduce uno statuto autonomo in ogni scuola, limita il ruolo degli organi di democrazia scolastica, rafforza il ruolo manageriale di natura privatistica del Dirigente Scolastico e in particolare indebolisce il ruolo di indirizzo didattico pedagogico svolto dal Collegio dei docenti, pregiudicando alle fondamenta il principio costituzionale della libertà di insegnamento;
· le condizioni materiali di lavoro del personale docente e Ata in ogni singola scuola continuano a peggiorare di giorno in giorno, tra dimensionamenti e accorpamenti, con risorse depauperate, forte incidenza di malattie professionali e allontanamento dell'età pensionabile;
· con la possibilità di fruire delle ferie anche nei giorni di sospensione delle lezioni (ad eccezione dei giorni in cui ci sono gli scrutini, gli esami di Stato e le attività valutative) viene definitivamente leso il diritto alle ferie delle lavoratrici e dei lavoratori precari. Gli insegnanti infatti sono gli unici lavoratori pubblici obbligati a prendere le ferie solo durante i periodi decisi dall'amministrazione. La finalità di questa norma (che stravolge il CCNL) è chiara: rendere applicabile quanto più possibile il divieto di monetizzazione delle ferie previsto dalla spending review.
Il Collegio dei docenti
· denuncia la gravità dell'attuale condizione della scuola pubblica di stato, costantemente privata di risorse umane e finanziarie, della possibilità di garantire a tutti una formazione qualificata rispetto al mercato del lavoro e di assolvere in tutto il paese alla formazione democratica delle nuove generazioni;
· rivendica la dignità del proprio lavoro e il ruolo della scuola e della cultura nello sviluppo del paese;
· esprime la propria ferma opposizione verso l'ennesimo attacco ai lavoratori della scuola e si impegna ad attivare iniziative di lotta affinché questi provvedimenti non vengano approvati.
Torino, 30 ottobre 2012.