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Giovedì 27 gennaio scorso si è tenuta nell'Aula magna del Liceo Classico “Gioberti” di Torino un'assemblea pubblica dei lavoratori precari della scuola, organizzata dal Coordinamento Precari FLC CGIL di Torino.
Diversi i temi proposti all'assemblea: da una parte, le incognite aperte sul destino dei lavoratori precari della scuola (la cui situazione – per definizione incerta – è oggi aggravata dalla confusione normativa generata dalle tante riforme incompiute del governo); dall'altra le prospettive di stabilizzazione che la FLC CGIL cerca di aprire con le sue proposte: la vertenza nazionale per la trasformazione del contratto da tempo determinato a indeterminato e l'“operazione 100.000”, un piano straordinario di assunzioni nel comparto scuola.
Dopo il saluto della RSU della scuola, l'assemblea è stata aperta dagli interventi del Coordinamento Precari di Torino e del segretario provinciale FLC, Igor Piotto, che hanno ricordato come l'impegno della FLC per i precari della conoscenza si inserisca nella linea della CGIL, schierata in difesa dei diritti e della democrazia nel mondo del lavoro: la partecipazione della CGIL alla manifestazione del 28 gennaio, insieme alla FIOM in sciopero, va letta come un passo di una mobilitazione che deve crescere e unire tutte le categorie, nella prospettiva di uno sciopero generale che costituisca un segnale forte di rifiuto del modello autoritario di relazioni sindacali, spacciato come “novità” e foriero di un ritorno al passato.
Accanto alla mobilitazione, ha sottolineato il segretario, il sindacato percorre tutte le strade possibili per la tutela immediata dei diritti dei lavoratori: in quest'ottica va visto il ricorso per la stabilizzazione – che vede le strutture impegnate in uno sforzo straordinario per seguire, solo qui in provincia di Torino, i casi di oltre 1200 lavoratori precari che si sono rivolti al sindacato.
Per rispondere all'esigenza di informazione tecnica, Mara Mellace del Centro Nazionale FLC ha tenuto una relazione sulle prospettive immediate e di medio periodo di chi lavora nella scuola con un contratto che non dà certezze. Gli argomenti trattati sono stati il futuro delle graduatorie permanenti e ad esaurimento, in particolare delle GaE docenti, e lo stato dell'arte sulla formazione iniziale degli insegnanti, aspetto di importanza vitale per i docenti precari che lavorano dalle graduatorie di istituto ma non hanno ancora conseguito l'abilitazione.
(Su questo secondo aspetto le informazioni principali sono reperibili ai seguenti link:
- Formazione iniziale degli insegnanti. Cosa accadrà nella fase transitoria
- Formazione iniziale docenti. La Corte dei Conti chiede numerose modifiche. A quando i nuovi percorsi? E le graduatorie?
- Formazione iniziale docenti. Pubblicato il regolamento con le osservazioni della Corte dei Conti
Per quanto riguarda le prospettive dei ricorsi per la stabilizzazione a Torino, la scadenza del 23 gennaio – in base al collegato al lavoro – ha purtroppo tolto ai precari la possibilità di impugnare i contratti a termine illegali già scaduti, se non hanno inviato la raccomandata al ministero per interrompere la prescrizione. Resta comunque aperta la possibilità, alla scadenza del contratto in essere, di impugnare questo per avviare il ricorso. Nel frattempo si dovrebbero avere le prime sentenze dal tribunale del lavoro di Torino.
È stato sottolineato come il carattere individuale del ricorso, pur con le sue potenzialità che vanno sfruttate appieno, costituisca in qualche modo un limite: di qui l'esigenza di non limitare a questo l'azione sindacale, ma di costruire risposte che riguardino la collettività dei lavoratori precari – come il piano di “operazione 100.000”, che tabelle alla mano dimostra come esista la possibilità concreta di stabilizzare, già dal prossimo giugno, dai 100 ai 130.000 lavoratori della scuola.
Nel dibattito sono stati espressi interrogativi ancora senza risposta, sui tempi, luoghi e modi di applicazione delle normative “in mezzo al guado”; hanno trovato voce il malcontento per le modalità di valutazione dei titoli nell'accesso alla professione, un aspetto che a detta di parecchie voci sarebbe da rivedere (in particolare, anche se non solo, per il vergognoso “mercato dei punteggi” costituito da corsi e master online) e l'ansia per la nuova tornata di tagli in programma per l'anno prossimo, di cui a livello locale non è ancora possibile avere una proiezione, ma i cui effetti rischiano di sommarsi a quelli di un sovraffollamento delle graduatorie di Torino per effetto dei trasferimenti da altre province; è emersa anche la rabbia e il bisogno di cercare nuove forme di lotta, più incisive, per sbloccare una situazione incancrenita da politiche lesive della dignità dei lavoratori precari, oltre che dei loro interessi.
Le risposte alle domande hanno messo in luce la linea della FLC: da un lato si punta alla stabilizzazione del personale precario dando priorità a quanti, con l'anzianità di servizio e il possesso dell'abilitazione, hanno acquisito diritti che devono essere salvaguardati; dall'altro si intende garantire che resti aperto l'accesso alla professione, lasciando spazio alle nuove leve ma valorizzando l'esperienza di chi, pur non abilitato, insegna magari già da anni. Una critica forte, poi, investe la logica soggiacente a una riforma del sistema di reclutamento del personale docente, che è stata ideata senza consultare in alcun modo chi lavora nella scuola e ne conosce realmente i problemi.
L'assemblea, pensata dal Coordinamento come momento di informazione e di riflessione per una rivendicazione più consapevole ed efficace (“per capire, per rivendicare, per non lasciarci dividere”), ha visto la partecipazione di una settantina di lavoratori precari della scuola di varia provenienza, docenti e ATA, abilitati e non.
Il Coordinamento, attivo a Torino da fine settembre, intende raccogliere le istanze che provengono dalle diverse realtà di precariato presenti nei comparti della conoscenza. Anche l'inchiesta sulla condizione del precariato nella scuola, condotta attraverso il questionario online presente sul sito della FLC di Torino, ha questo significato (http://www.flc-cgiltorino.it/questionari-e-sondaggi.html) .
Lo scopo del Coordinamento Precari FLC-CGIL è proprio di agire per la costruzione di una rete che colleghi e coordini le diverse realtà del precariato della conoscenza, e che eserciti dall'interno una pressione sul sindacato per un'azione più efficace in difesa dei precari, collegandosi al tempo stesso alla lotta più ampia che oggi riguarda tutti i lavoratori, nei nostri settori ma non solo.
Si tratta di un percorso che richiederà tempo e costanza, che vorremmo condividere con tutti i lavoratori precari indipendentemente dall'appartenenza sindacale. Uniti nelle battaglie, per difendere diritti e scuola pubblica.
Per questo invitiamo tutti a far sentire con noi la voce dei lavoratori precari della conoscenza partecipando alla marcia della conoscenza promossa dalla FLC, nell'ambito della manifestazione regionale della CGIL del 19 febbraio.
Coordinamento delle Lavoratrici e dei Lavoratori Precari FLC CGIL Torino
Per contatti:
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Politecnico di Torino, commissione Statuto: il tema della democrazia
Comunicato FLC CGIL – Politecnico di Torino del 14 febbraio 2011
Alla sua entrata in vigore, la Legge Gelmini ha generato subito discussioni faticose, finalizzate alla definizione di criteri utili alla nomina della Commissione che riformerà lo Statuto del Politecnico di Torino, che hanno visto imporsi un tema lasciato, non a caso, “fuori legge”: quello della DEMOCRAZIA negli Atenei italiani.
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Come è noto, la legge prevede la nomina di una commissione composta dal Rettore, da due rappresentanti degli Studenti e da dodici membri, designati in numero uguale dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione.
Nella intenzionale mancanza di norme procedurali, che sono parti fondamentali dei processi democratici, sono state presentate soluzioni molto spesso in contrasto tra di loro. Logiche assembleari o “nomination alla grande fratello” si sono succedute alle più disparate soluzioni per l’individuazione dei candidati, che, in ultima analisi, saranno scelti dagli attuali organi di governo dell’ateneo.
In questo senso il tema della democrazia sarà
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19 FEBBRAIO 2011 - MARCIA PER IL LAVORO, I DIRITTI, LA DEMOCRAZIA
Sabato 19 febbraio 2011, ore 14,00 a Torino, da Porta Susa a Piazza San Carlo
LA CGIL DEL PIEMONTE, COME SI FARÀ IN ALTRE REGIONI ITALIANE, HA INDETTO PER SABATO 19 FEBBRAIO LA MARCIA PER IL LAVORO, I DIRITTI E LA DEMOCRAZIA.
UNA MANIFESTAZIONE DI LAVORATORI, PENSIONATI, STUDENTI, CITTADINI PER SALVARE IL LAVORO, DIFENDERE I DIRITTI E IL FUTURO DI NOI TUTTI.
SIAMO QUI PER IL LAVORO CHE SI PERDE In Piemonte nel solo 2010 ci sono state 186 milioni di ore di Cassa Integrazione, circa 50 mila persone in mobilità, più di un migliaio di aziende in crisi
SIAMO QUI PER IL LAVORO CHE NON C’È La Regione vive una crisi economica gravissima di tutto il suo sistema produttivo, in particolare di quello industriale, dalla Fiat al tessuto delle piccole medie imprese; tutto questo nel quasi disinteresse delle istituzioni regionali, appena mascherato da abili campagne pubblicitarie
SIAMO QUI PER IL LAVORO INVISIBILE Tantissimi precari, tempi determinati, internali, soci di cooperative, finte partite IVA, spesso in nero, hanno perso il lavoro senza che le statistiche ne tengano conto. Sono migliaia e migliaia di persone, soprattutto donne e giovani, senza lavoro e
senza diritti, in molti casi sfruttati da finti mediatori, un caporalato di vecchia memoria
SIAMO QUI PER IL LAVORO CHE NON SI TROVA E’ sempre più difficile per i giovani e per chi, in età più avanzata, ha perso il lavoro, cercare un’occupazione che dia stabilità e un reddito sufficiente per costruirsi una vita autonoma
SIAMO QUI PER IL LAVORO CHE NON HA VALORE I tagli a scuola, università e ricerca, l’assenza di una politica industriale compromettono la possibilità di una ripresa produttiva forte e duratura, basata sull’innovazione e sulla competizione di qualità
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Volantino Precari
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Contrariamente a quanto viene detto, l’accordo stipulato da CISL e UIL con il governo Berlusconi fa riferimento esplicito alla legge Brunetta (L. 25/09) ed al suo decreto (Dlgs 150/09) che indebolisce la contrattazione ed assegna un ruolo sempre meno importante alle RSU nella distribuzione del salario accessorio.
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Nell’accordo si dice che sarà possibile svolgere la contrattazione, questo è vero, ma in assenza di risorse. Ciò equivale ad una presa in giro.
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Nell’accordo si dice che le retribuzioni non diminuiranno. Questo è un falso e per queste ragioni: il mancato rinnovo del contratto nazionale insieme al blocco degli scatti di anzianità determina una perdita di salario per tutti i lavoratori. E su l’accordo non dice nulla.
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Non si dice nulla sul recupero degli scatti di anzianità per il 2011-2012
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Non si dice nulla sul rinnovo delle RSU. I rappresentanti sindacali sono coloro che hanno garantito in questi anni la redistribuzione del salario di istituto, e le ragioni dei lavoratori in sede di contrattazione. Un ruolo insostituibile.
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Non si dice nulla sui lavoratori precari, anzi non rientrano negli interessi delle organizzazioni firmatarie dell’accordo.
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Nell’accordo si fa riferimento al Protocollo del 22 gennaio 2009. La CGIL non lo firmò perché prevedeva regole che andavano a minacciare il contratto nazionale e proponeva un calcolo dell’inflazione per il 35% inferiore a quello reale. Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, se mai ci sarà, si baserà su un calcolo dell’inflazione che sarà penalizzante per i lavoratori.
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Nell’accordo si dice che si formerà una commissione paritetica per applicare il sistema del valutazione merito contenuto nella legge Brunetta; questo passaggio è molto pericoloso perché rischia di agganciarsi ad un provvedimento del Governo sulla valutazione che si propone di applicare su scala nazionale la sperimentazione che i collegi docenti torinesi e nazionali hanno bocciato nelle scorse settimane.
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Nell’ultimo punto dell’accordo si dice che nei prossimi 15 giorni dovrà essere definito un indirizzo per il rinnovo del contratto nazionale sulla base del decreto Brunetta, del Protocollo del 22 gennaio 2009.
Cisl e Uil hanno siglato separatamente l’accordo del 4 febbraio.
Al di là della propaganda,
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come molti di voi ormai sapranno, la necessità, più volte espressa dal Rettore, di nominare al più presto la Commissione per la riscrittura dello Statuto prevista dalla legge Gelmini, ci ha messo di fronte a una decina di giorni convulsi, in cui le riunioni delle varie commissioni si sono susseguite a ritmo quasi giornaliero, per sfociare nelle sedute-fiume del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione del 10 febbraio, durante le quali sono stati designati ufficialmente i componenti della commissione stessa.
La seduta del Senato è stata più volte interrotta dall’occupazione dell’aula da parte di studenti, ricercatori e precari. Come potete leggere nel resoconto che vi allego, i ricercatori chiedevano maggiore rappresentanza nella commissione, i precari volevano sottolineare il loro ruolo non riconosciuto nell’Università e i gravi problemi posti dall’applicazione della legge Gelmini, mentre gli Studenti Indipendenti chiedevano l’indizione immediata delle elezioni studentesche: dopo la risposta negativa del Senato, le cui motivazioni potrete leggere nel resoconto, si sono dimessi in massa dagli organi collegiali.
Visto che nelle riunioni pre-Senato si è parlato più che altro della nomina della Commissione statuto, ho diviso il resoconto in due parti distinte, una, cronologicamente precedente, riguardante le sedute delle commissioni a cui partecipo, la seconda sulla seduta del Senato del 10 febbraio. Vi allego anche per completezza, anche se dovreste averla ricevuta tutti, la Nota Rettorale del 3 febbraio scorso, sulle modalità di designazione della Commissione statuto.
A questo proposito, in qualità di rappresentanti del personale tecnico-amministrativo in Senato e CdA siamo stati incaricati dal Rettore di presentare una lista di candidati, da due a sei, in base a una procedura scelta da noi, ma in tempi strettissimi. La nostra legittimazione a gestire questo processo è sicuramente un risultato positivo, ma ci ha portato a dover fare delle scelte difficili e, sappiamo, non condivise da tutti. Ciò nonostante, siamo convinti di aver fatto del nostro meglio, visto le circostanze, e di aver nominato due colleghe validissime, che sapranno portare in Commissione le istanze di tutto il personale TA.
Cordiali saluti,
Elena Beltramo
Allegati:
- Commissioni 2-7-10 febbraio 2011
- Dal Rettore sulla Commissione Statuto 03022011
- Resoconto Senato accademico 100211
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