Firma per il referendum sulla Legge 107/15 
Da domani 9 aprile a Torino Piazza Castello angolo via Roma ore 10.00-18.00 
e nei mercati di Corso Racconigi angolo corso Peschiera e di Borgo Vittoria via Villar angolo via Vittoria ore 9/13-14/17.

PER UNA SCUOLA DEMOCRATICA E PUBBLICA
PER UNA SCUOLA DI TUTTI SENZA DISTINZIONE ECONOMICA, SOCIALE E CULTURALE

Il referendum sulla legge 107/2015 ha l'obiettivo di ripristinare la funzione democratica e libera dell'insegnamento pubblico, come stabilito dalla Costituzione e di sostenere la scuola pubblica e di stato, la vera garanzia del diritto ad un’istruzione di qualità per tutti.
I quesiti referendari che proponiamo di firmare sono il risultato di una lunga lotta sindacale con il più grande sciopero nella storia dell'istruzione pubblica (oltre 700.000 lavoratori) e con la mobilitazione per mesi di insegnanti, personale non docente, studenti e lavoratrici e lavoratori di comparti pubblici e privati. Non abbiamo mai accettato che fosse messa in discussione la libertà di insegnamento e che si guardasse all'organizzazione di impresa come ad un modello valido per costruire percorsi educativi.
Per questo ti chiediamo di firmare per i seguenti QUATTRO QUESITI REFERENDARI ABROGATIVI:

1) CREDITO DI IMPOSTA A CHI FINANZIA UNA SCUOLA PUBBLICA O PRIVATA.
Chiediamo l’abrogazione di alcune parti dei commi 145 e 148 che riguardano la concessione di un credito di imposta a chi finanzia una scuola pubblica o privata. Non riteniamo giusto che il credito d’imposta sia concesso anche a chi offre liberalità alle scuole private né che si possa finanziare la singola scuola. Chi finanzierebbe infatti una scuola di periferia, in un contesto sociale degradato, di disoccupazione, con la presenza di migranti? I finanziamenti non pubblici alla scuola devono essere indirizzati in un fondo comune e redistribuiti in base alle necessità delle singole scuole. Occorre evitare che con le donazioni si allarghino ulteriormente le già presenti disuguaglianze sociali. 
2) CHIAMATA DIRETTA DEI DOCENTI DA PARTE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO.Chiediamo l’abrogazione del comma 18 e dei commi da 79 a 83. Il dirigente scolastico deve svolgere un ruolo di indirizzo organizzativo e culturale e non assumere un ruolo manageriale. Assegnare al dirigente scolastico il potere di scegliere direttamente i docenti senza alcun criterio oggettivo non garantisce l’esercizio della libertà d’insegnamento. Senza alcun supporto contenuto nel contratto di lavoro, si prospettano forti rischi di clientelismo e di discriminazione nell'assegnazione di posti di lavoro pubblici.
3) COMITATO DI VALUTAZIONE Chiediamo l’abrogazione del comma 129, punto 3 che affida a quest’organismo l’individuazione dei criteri per la valorizzazione del personale docente. Riteniamo che i docenti non siano opportunamente valorizzati nel loro lavoro ma non può essere un comitato di valutazione ad individuare i criteri e non può essere il dirigente scolastico a distribuire premi. I criteri devono essere definiti – come avviene per milioni di lavoratrici e lavoratori dei comparti pubblici e privati – nel contratto nazionale di lavoro in base a regole certe, trasparenti, condivise. Gli aumenti salariali non sono la concessione di un dirigente, sono il riconoscimento del proprio lavoro.
4) ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Chiediamo l’abrogazione delle parti del comma 33, che impongono, senza alcuna flessibilità, che gli studenti dei tecnici-professionali e dei licei svolgano rispettivamente 400 e 200 ore in azienda. L'alternanza scuola lavoro deve tornare ad essere una progettazione delle scuole superiori, quindi parte di un progetto educativo di avvicinamento al lavoro e non un’occasione di sfruttamento del lavoro giovanile.

LA SCUOLA NON E' UN'AZIENDA. 
L'ISTRUZIONE NON E' UNA MERCE.

La mobilitazione continua!
Flc Cgil Torino