ASSEMBLEA SINDACALE LICEO REGINA MARGHERITA DI TORINO
 
MOBILITAZUINE CONTRO LA LEGGE DI STABILITA'
Riceviamo e pubblichiamo dal Liceo “Regina Margherita” di Torino
 
 
 
 
Documento dell’Assemblea sindacale del Liceo “Regina Margherita” di Torino
 
I docenti e il personale ATA del Liceo “Regina Margherita riuniti in assemblea il 30 10 2012,  denunciano la grave situazione che si verrà a creare nella scuola italiana se venisse approvato l’articolo 3 della legge di stabilità 2013.
 
L’articolo 3 aumenta di un terzo l’orario di lavoro dei docenti a parità di salario, un provvedimento sbagliato e iniquo nel contenuto e nel metodo:
 
·       Nel contenuto perché chiunque operi nella scuola sa bene che le ore di lezione in classe sono soltanto una parte dell’attività di un docente, che spende la propria professionalità anche nella preparazione delle medesime, nella predisposizione e nella correzione dei compiti in classe, nei ricevimenti delle famiglie, nella programmazione e nelle attività collegiali.
·       Nel metodo, perché si interviene dall’alto, autoritativamente, con la forza della legge su  una materia, il contratto di lavoro, che è regolata da contratti liberamente sottoscritti, rendendo carta straccia gli accordi sindacali
 
Chi subirà duramente gli effetti di questo provvedimento saranno gli insegnanti, il cui orario aumentato di un terzo, comporterà la cancellazione di decine di migliaia di cattedre (secondo le  stime “prudenziali” del Governo si perderanno circa 32 mila posti di lavoro); gli studenti, sempre più ridotti a numeri da giostrare in funzione delle operazioni contabili del Governo, la qualità della scuola pubblica,  che continua anche con il Governo in carica a pagare la crisi, in continuità con la soppressione di 87 mila cattedre e il taglio di otto miliardi e mezzo di euro,  effetto della riforma Gelmini, con il blocco degli scatti di anzianità e la mancata firma dei contratti di lavoro, scaduti da anni.
 
 In Italia come in Europa i debiti sovrani vengono garantiti dal sacrificio dei lavoratori e dal taglio del welfare, e mentre continuano le spese militari e non si colpiscono i grandi evasori e i grandi patrimoni, ingenti risorse vengono dirottate sulle banche e su quei soggetti che sono responsabili della crisi.
 
Poiché è in gioco la dignità dell’insegnante, la civiltà del lavoro, la scuola pubblica come bene comune  e il ruolo della cultura nella società,
chiediamo
a) di ritirare immediatamente le norme contenute nella legge di stabilità che penalizzano ulteriormente la Scuola Pubblica e in particolare le norme contenute all’art.3 (che introduce l’aumento dell’orario di servizio da diciotto a ventiquattro ore) e all’art.8 (che proroga il blocco dei contratti statali fino al 2014 e introduce il mancato pagamento nel biennio 2013-2014 dell’indennità di vacanza contrattuale);
b) di riconoscere l’importanza della Scuola Pubblica e il valore  del lavoro che gli Insegnanti e tutto il personale svolgono, affinché sia adeguatamente ricompensato,  analogamente a quanto avviene per gli stipendi dei Docenti delle istituzioni scolastiche dei paesi della comunità europea.
 
Ciò premesso, fino a che non verranno ritirati i commi 42, 43, 44, 45 e 46 dell’art. 3 del  DDL di Stabilità, decidono lo stato di agitazione e la sospensione di qualsiasi attività aggiuntiva e aderiscono alle iniziative di mobilitazione previste nelle prossime settimane.
 
Approvato all’unanimità con quattro astenuti