In analogia con quanto concordato con l’Agidae le Organizzazioni sindacali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal hanno chiesto alle altre due associazioni padronali e datoriali della scuola non statale, ovvero alla Fism e all’Aninsei, un confronto finalizzato a raggiungere intese quadro nazionali che impegnano le singole istituzioni scolastiche aderenti a queste associazioni ad utilizzare, in caso di crisi aziendale, gli ammortizzatori sociali in deroga per sostenere reddito e occupazione.
Non v’è dubbio infatti che la crisi nei comparti privati della conoscenza e in particolare nella scuola non statale curriculare ed extracurriculare proprio a settembre comincerà a farsi sentire.
La contrazione dei consumi e il minor potere d’acquisto delle famiglie sta producendo un diffuso calo della domanda coinvolgendo un numero considerevole di istituzioni scolastiche, educative e formative a gestione privata.
Già oggi ci sono indicatori preoccupanti: oltre alla cessazione dell’attività di alcune scuole laiche e religiose di ogni ordine e grado, assistiamo al fenomeno diffuso delle trasformazioni aziendali e di cessione di rami d’azienda. In particolare nell’area cattolica questa tendenza significa una dismissione dell’impegno diretto delle congregazioni che affidano la gestione dell’attività, in comodato o in vendita definitiva, a fondazioni costituite ad hoc e/o a cooperative sociali per lo più legate al movimento di comunione e liberazione. Mentre nell’area del privato laico l’orientamento più comune è modificazione della ragione sociale della società con la conseguente trasformazione dei rapporti di lavoro
Entrambi i fenomeni, per lo più dettati da ragioni di crisi dovuti al calo della domanda, rappresentano spesso l’anticamera di una ristrutturazione più profonda o addirittura la via della chiusura definitiva dell’attività
A fronte di questo scenario la possibilità davanti a crisi aziendali di poter accedere agli ammortizzatori in deroga può significare per i lavoratori e anche per la struttura stessa una soluzione temporanea di sostegno al reddito e all’occupazione ma comunque insufficiente per poter uscire dalla crisi.
La FLC Cgil, coerentemente con quanto sostiene da tempo la CGIL, ritiene che è giunta l’ora di una riforma dello strumento degli ammortizzatori che estenda in maniera universale a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle tipologie contrattuali, tale diritto. Il che significherebbe dare prospettive più concrete sia alle aziende che agli stessi lavoratori per il futuro.
Roma, 22 luglio 2009