FLC CGIL TORINO. LA RIFORMA DEGLI ORGANI COLLEGIALI. PER UNA GESTIONE DEMOCRATICA DELLE SCUOLE AUTONOME.
 
E’ attualmente in corso alla Camera  l’elaborazione del disegno di Legge (n. 953) di riforma degli Organi collegiali. 
Gli emendamenti apportati in questi giorni dalla VII Commissione Cultura della Camera rappresentano l’esito dell’azione di presenza e di pressione della Flc Cgil affinché gli aspetti più discutibili e contrastanti con un indirizzo di partecipazione democratica dei lavoratori, delle famiglie e degli studenti alla gestione delle scuole siano sottoposti a modifica.
La gestione democratica della scuola costituisce un fattore irrinunciabile per garantire a tutti  il diritto allo studio, per garantire ai lavoratori della scuola un’organizzazione del lavoro non verticistica, compatibile con l’esercizio della libertà d’insegnamento, a tutela della qualità e della vivibilità del posto di lavoro e delle professionalità  dei docenti e degli  ATA. 
 
E’ oggi compito della Flc, delle RSU e di tutti i lavoratori  verificare ed esigere, scuola per scuola, che le competenze di ciascun organo collegiale interno siano rispettate. La piena applicazione dell’autonomia scolastica e il rispetto della normativa vigente si  attuano soltanto con l’azione sinergica delle diverse componenti della scuola, secondo i ruoli e le funzioni di ciascuna e  con la consapevolezza di essere in ogni momento una comunità educante e di essere lavoratori, titolari di doveri e di diritti. 
Si tratta di un impegno volto a contrastare in ogni modo le forme di managerialismo strisciante espresse da molte  componenti della dirigenza scolastica e del mondo politico, di opporsi ....
 alla trasformazione della scuola pubblica in azienda privata “on demand”,  come nell’intento del precedente governo, di  impedire l’attuazione di una politica scolastica ispirata prevalentemente a criteri ragionieristici e di risparmio oppure, come negli anni di Berlusconi – Tremonti, intrisa dei tratti propri  di una cultura impiegatizia e aziendalistica.Rivendicare la propria professionalità e assumere un ruolo all'interno delle istituzioni scolastiche significa oggi  impegnarsi attivamente affinché il Collegio dei docenti non sia di fatto esautorato delle sue funzioni e ridotto ad un ruolo di ratifica di decisioni assunte da altri .
La gestione democratica della scuola è collegiale, come dispone la legge. Ogni componente della scuola, nell’esercizio delle competenze che gli sono proprie e nel dotarsi di una forma organizzativa, si fa portatrice di un modello pedagogico e dei valori ad esso correlati. 
Tra gli organi collegiali, il  Collegio dei docenti, con le sue attuali competenze di indirizzo e di  deliberazione, rappresenta ancora un significativo  strumento per affermare con forza un modello di scuola orientato a dare uguaglianza nell’accesso e nel percorso, a tutela dell’equità sociale; consente di sostenere modelli organizzativi non autoritari e condivisi, in sintonia  con le proposte didattiche e educative di ciascuna scuola autonoma.  Vi è una forte spinta oggi ad esautorare il Collegio dei docenti dalle sue funzioni per trasformarlo in sede  di  ratifica di decisioni o in un succedaneo di una riunione di servizio, a discapito delle professionalità e nella direzione di un modello di scuola aziendalistico e conservatore.  
Nelle scuole divenute costituzionalmente autonome risulta, in effetti, difficile oggi separare nettamente le attività di gestione e d’organizzazione proprie del Dirigente scolastico da quelle di contenuto didattico e educativo di competenza del Collegio dei docenti e degli altri Organi collegiali: gli Organi collegiali della scuola sono in vigore da ormai  trentasei anni e  da tempo occorre una loro revisione alla luce ai cambiamenti intervenuti  nella scuola e nella società nel suo insieme. 
La nuova proposta di riforma degli organi collegiali  predisposta dalla Camera risponde a quest’istanza ma la proposta di un modello di scuola aperta, che dovrebbe essere propria di un Governo democratico, è condizionata oggi dalla mancanza  da parte delle forze politiche di un confronto con il mondo della scuola, con le organizzazioni sindacali, con le associazioni professionali, con la società civile. La definizione dei nuovi assetti degli organi collegiali non può essere calata dall’alto e non prescindere da un coinvolgimento del mondo della scuola.
 
Il disegno di legge in Parlamento è da modificare e già alcune  proposte della FLC CGIL sono state accolte, modificando il testo iniziale:
- il personale ATA, escluso dal Consiglio dell’autonomia delle scuola, acquisisce nuovamente diritto di rappresentanza;
- si prevede una rappresentanza paritetica di genitori e studenti  nella secondaria di secondo grado;
- genitori ed alunni nelle scuole superiori saranno presenti ancora nei Consigli di classe;
- i privati entrano nel Consiglio su invito e senza diritto di voto.                                                                              
La FLC CGIL chiede che:
- a garanzia dell’unitarietà del sistema d’istruzione, la prevista autonomia statutaria, con la capacità delle singole scuole di dotarsi di un proprio statuto, sia regolata dalla stessa legge di riforma;
- a tutela  della libertà d’insegnamento, non sia assegnata allo Statuto della scuola il potere di disciplina della vita del Collegio dei docenti e che ad esso sia mantenuto il primato di poteri e competenze in ambito educativo e didattico;
- non vi siano discriminazioni verso gli ATA, ancora esclusi dalla rappresentanza del Consiglio delle Autonomie scolastiche e con la figura del DSGA nella veste di mero verbalizzante;
- siano chiarite competenze,responsabilità e rappresentanza di tutte le componenti:                i Dirigenti scolastici, con compiti di gestione; le funzioni di indirizzo politico, con il Consiglio della scuola composto da Ds, docenti, ATA e Dsga, genitori e studenti);  le funzioni tecnico professionali, con il Collegio docenti; i Consigli di classe; le funzioni del sindacato e di contrattazione, con la RSU 
L'impegno della FLC è rivolto a sostenere le necessarie modificazioni e a esigere una larga consultazione che coinvolga le forze sociali e istituzionali  e soprattutto il mondo della scuola, Le scuole devono avere voce in capitolo.  I  lavoratori,  coloro che garantiscono giorno per giorno il funzionamento del sistema dell’istruzione,  hanno diritto di riprendersi la parola.
2 ottobre 2012                                                                                                                                FLC CGI TORINO                           http://www.flcgil.it/comunicati-stampa/flc/riforma-organi-collegiali-si-rischia-di-frantumare-il-sistema-nazionale-d-istruzione.flcFLC CGIL TORINO. LA RIFORMA DEGLI ORGANI COLLEGIALI .PER UNA GESTIONE DEMOCRATICA DELLE SCUOLE AUTONOME.

E’ attualmente in corso alla Camera  l’elaborazione del disegno di Legge (n. 953) di riforma degli Organi collegiali. 
Gli emendamenti apportati in questi giorni dalla VII Commissione Cultura della Camera rappresentano l’esito dell’azione di presenza e di pressione della Flc Cgil affinché gli aspetti più discutibili e contrastanti con un indirizzo di partecipazione democratica dei lavoratori, delle famiglie e degli studenti alla gestione delle scuole siano sottoposti a modifica.
La gestione democratica della scuola costituisce un fattore irrinunciabile per garantire a tutti  il diritto allo studio, per garantire ai lavoratori della scuola un’organizzazione del lavoro non verticistica, compatibile con l’esercizio della libertà d’insegnamento, a tutela della qualità e della vivibilità del posto di lavoro e delle professionalità  dei docenti e degli  ATA. 
 
E’ oggi compito della Flc, delle RSU e di tutti i lavoratori  verificare ed esigere, scuola per scuola, che le competenze di ciascun organo collegiale interno siano rispettate.                                      La piena applicazione dell’autonomia scolastica e il rispetto della normativa vigente si  attuano soltanto con l’azione sinergica delle diverse componenti della scuola, secondo i ruoli e le funzioni di ciascuna e  con la consapevolezza di essere in ogni momento una comunità educante e di essere lavoratori, titolari di doveri e di diritti. 
Si tratta di un impegno volto a contrastare in ogni modo le forme di managerialismo strisciante espresse da molte  componenti della dirigenza scolastica e del mondo politico, di opporsi  alla trasformazione della scuola pubblica in azienda privata “on demand”,  come nell’intento del precedente governo, di  impedire l’attuazione di una politica scolastica ispirata prevalentemente a criteri ragionieristici e di risparmio oppure, come negli anni di Berlusconi – Tremonti, intrisa dei tratti propri  di una cultura impiegatizia e aziendalistica.           Rivendicare la propria professionalità e assumere un ruolo all'interno delle istituzioni scolastiche significa oggi  impegnarsi attivamente affinché il Collegio dei docenti non sia di fatto esautorato delle sue funzioni e ridotto ad un ruolo di ratifica di decisioni assunte da altri .
La gestione democratica della scuola è collegiale, come dispone la legge. Ogni componente della scuola, nell’esercizio delle competenze che gli sono proprie e nel dotarsi di una forma organizzativa, si fa portatrice di un modello pedagogico e dei valori ad esso correlati. 
Tra gli organi collegiali, il  Collegio dei docenti, con le sue attuali competenze di indirizzo e di  deliberazione, rappresenta ancora un significativo  strumento per affermare con forza un modello di scuola orientato a dare uguaglianza nell’accesso e nel percorso, a tutela dell’equità sociale; consente di sostenere modelli organizzativi non autoritari e condivisi, in sintonia  con le proposte didattiche e educative di ciascuna scuola autonoma.  Vi è una forte spinta oggi ad esautorare il Collegio dei docenti dalle sue funzioni per trasformarlo in sede  di  ratifica di decisioni o in un succedaneo di una riunione di servizio, a discapito delle professionalità e nella direzione di un modello di scuola aziendalistico e conservatore.  
Nelle scuole divenute costituzionalmente autonome risulta, in effetti, difficile oggi separare nettamente le attività di gestione e d’organizzazione proprie del Dirigente scolastico da quelle di contenuto didattico e educativo di competenza del Collegio dei docenti e degli altri Organi collegiali: gli Organi collegiali della scuola sono in vigore da ormai  trentasei anni e  da tempo occorre una loro revisione alla luce ai cambiamenti intervenuti  nella scuola e nella società nel suo insieme. 
La nuova proposta di riforma degli organi collegiali  predisposta dalla Camera risponde a quest’istanza ma la proposta di un modello di scuola aperta, che dovrebbe essere propria di un Governo democratico, è condizionata oggi dalla mancanza  da parte delle forze politiche di un confronto con il mondo della scuola, con le organizzazioni sindacali, con le associazioni professionali, con la società civile. La definizione dei nuovi assetti degli organi collegiali non può essere calata dall’alto e non prescindere da un coinvolgimento del mondo della scuola.
 
Il disegno di legge in Parlamento è da modificare e già alcune  proposte della FLC CGIL sono state accolte, modificando il testo iniziale:
- il personale ATA, escluso dal Consiglio dell’autonomia delle scuola, acquisisce nuovamente diritto di rappresentanza;
- si prevede una rappresentanza paritetica di genitori e studenti  nella secondaria di secondo grado;
- genitori ed alunni nelle scuole superiori saranno presenti ancora nei Consigli di classe;
- i privati entrano nel Consiglio su invito e senza diritto di voto.                                                                              
La FLC CGIL chiede che:
- a garanzia dell’unitarietà del sistema d’istruzione, la prevista autonomia statutaria, con la capacità delle singole scuole di dotarsi di un proprio statuto, sia regolata dalla stessa legge di riforma;
- a tutela  della libertà d’insegnamento, non sia assegnata allo Statuto della scuola il potere di disciplina della vita del Collegio dei docenti e che ad esso sia mantenuto il primato di poteri e competenze in ambito educativo e didattico;
- non vi siano discriminazioni verso gli ATA, ancora esclusi dalla rappresentanza del Consiglio delle Autonomie scolastiche e con la figura del DSGA nella veste di mero verbalizzante;
- siano chiarite competenze,responsabilità e rappresentanza di tutte le componenti: i Dirigenti scolastici, con compiti di gestione; le funzioni di indirizzo politico, con il Consiglio della scuola composto da Ds, docenti, ATA e Dsga, genitori e studenti);  le funzioni tecnico professionali, con il Collegio docenti; i Consigli di classe; le funzioni del sindacato e di contrattazione, con la RSU.
 
L'impegno della FLC è rivolto a sostenere le necessarie modificazioni e a esigere una larga consultazione che coinvolga le forze sociali e istituzionali  e soprattutto il mondo della scuola, Le scuole devono avere voce in capitolo.  I  lavoratori,  coloro che garantiscono giorno per giorno il funzionamento del sistema dell’istruzione,  hanno diritto di riprendersi la parola.
2 ottobre 2012                                                                                                                                                                                                                                                                                                        FLC CGIL TORINO